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desiderio dei patri ietti e del suolo natio. Di che accolti d'intorno a lui tornarou tutti animosi 9 e con grande alacrità si diedero a .ristorare.i gravissimi danni sofferti ^ e videsi di bel nuovo 1' Aquila risorgere maestosa dalle sue ceneri. — Oltre a ciò nel i363 fu nell'Aquila una grandissima pestilenza , che uccise meglio di dieci mila abitanti ; onde fu costretta la Regiua Giovanna nel i364 * convocare con suo editto gran numero di persone ricche e facoltose delle nostre circostanze per abitare dentro la città,, quasi scemata per la peste passata. — Nel 1376 hi oppressa questa città da gran carestia e penuria di tutte le cose necessarie al vitto, di che si pativa, alleo generalmente., quasi per tutta Italia. — Nel Dicembre del 1453 sia in Aquila , sia in tutto il Reguo , cominciarono a sentirsi orribili tre-? (nuoti, e nel penultimo d\ del mese r fu stupor grande il vedere la rovina delie case , palagi , conveuti, monasteri, chiese , campanili , ospizi, porticati ; ogni cosa insomma iu indicibile preci-* pizie , ogni cosa distrutta dalla più tremenda e dalla più irresistibile di tutte le uaturali violenze» Nel 14^9 P°i hi carestìa principalmente , i terremoti e la peste tempestando assai la città di Aquilaed avendola quasi desolata ; fu allora clie que' buoni Aquilani ricorsero al favore Divino, ed imploratane a gran voce la sua misericordia , fecero un Gonfalone grande di seta eoa le imagini del Salvatore e della Vergine , unitamente ai quattro Protettori massimi della Città. £ (in da quel tempo i baroni e signori tutti della città medesima fecero sacramento, di adempiere al seguente voto : che in ogni anno nel gioruo dell1 Annunziamone della Vergiue fos-
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