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del Regno, Minicuccio Ugolini, Scipione Rivela , Alfonso Trentacinque, Gio. Battista Antonel-li , Giacomo Pica e Riccardo Aquilano, lutti insomma Generali di ventura famosissimi che servirono chi Francia, chi Aragona, chi la Chiesa , chi le principali Repubbliche e Mali Italiani, e quasi tutti rampolli della scuola del conte Alberico da Barbiano : di quell'Alberico , che sorse a rinnovellare l'onore dell' armi Italiane, coli' istruire al fiero ballo di Marte mille valorosi , i quali sotto il nome di Condottieri iuven* tarono i moderni modi di guerreggiare , scacciando pure d'Italia tedeschi , Bertoni , Spaglinoli e Francesi valorosamente (i).
(i) Nell'anno 1376 coni indossi da Alberico da Bar* biano quella celebre scuola di condottieri Italiani 9 in cui fiorirono Iacopo Verme, Facino Cane, Ottoboa Terzo, Francesco Carmagnola , Braccio da Montone 9 Sforza Àtlendolo ed altri valenti. — Niccolò Machiavelli poi ragionando su questa scuola ( Istorie Fiorentine ) si espresse in questa sentenza ; » Avete dunque da inteu-» dere , egli dice , come tostochè in questi ultimi tempi » T imperio cominciò ad essere ributtato d' ftalia , e che » il Papa nel temporale vi prese piti riputazione, si divi-» se f Italia in più stali , perchè molte delle città gros-» se presero le armi contro a' loro nobili, i quali prima » favoriti dall1 Imperadore le tenevano oppresse y e la » Chiesa le f;ivori\a per darsi riputazione nel temporale ; » di molle altre i loro cittadini ne diventarono priheipi. » Onde che essendo venuta l'Italia quasi che nelle mani » della Chiesa , e di qualche ri-pubblica , ed essendo » quelli preti e quelli altri cittadini usi a non conoscere » le armi , incominciarono a soldare forestieri. II primo » che dette riputazione a questa milizia , fu Alberico da )) Como Romagnolo. Dalla disciplina di costui discese » intra gli alti i Braccio e Sforza, che ue'loro tempi lu-» rouo arbitri d'Italia. Dopo questi vennero tutti gli al-
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