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L'Archeologo nell'Abruzzo Ulteriore Secondo

Angelo Signorini
Tipografia Grossi Aquila, 1848, pagine 253

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ìi;iluialezza dell'espressione, P armonia delle tinte , ne di quella verità maravigliosa clie nelle membra dipinte caccia il sangue e la vita , e loro da moto e favella ; che se alcuno mai il
   10 davano un barlume d' una face che si estingue : ossia per servirmi dell'espressioni di Dagincourt : » dopo » la fine dèi Ut secolo vedremo il decadimento di. tulli » i rami delle Belle Arti fare rapidissimi progressi nel » IV secolo e consumarsi nel V ». — Adunque in mezzo a tanta ignoranza che per secoli oscurò le più belle contrade d'Europa , nella sola Grecia trovò la pittura un miserabil ricovero. In essa però le figure e le immagini, non eh* altro , venivano coperte, di oro e di gemme, quasiché la ricchezza ne formasse il bello. A questa miserabile Grecia ricorse l1 Italia assai più miserabile. Fi* renze nel xa/^o da colà fece venire alcuni pittori per abbellire la Chiesa di S. Maria Novella , e 1' abilità di questi si riduceva a fare un contorno goffo , e riempirlo di colori senza ordine e misura ; però in questa loro ignoranza furono ammirali dagl' Italiani , perchè più di essi ignorami. Infatti Cimabue entusiasmato di veder dipingere i Greci , divenne allievo di que'gofii maestri ; e Cimabue fu l'alba della Pittura sepolta per dodici secoli in nna notte la più tenebrosa. Sua mercc la pittura prese in quel secolo XII uno slancio straordinario , e
   11 amore di essa fu in tutta Italia acceso e diffuso dai sommi maestri del XIV e XV secolo ; nei quali si videro qui ricondurre i giorni splendidissimi di Pericle, e formaronsi le celebri scuole note sotto i nomi di scuola Fiorentina , Romana , Veneziana , Lombarda ed altre molte.
   La scuola Fiorentina fu fondata, come è detto, da Cimabue ( ia4o-i3oi ) ed i più illustri che ne uscirò* no furono Giotto ( 1270-1336 ) discepolo al Cimabue; il quale venne in tanto pregio che , come bene avverte il Lauzi, fu il Raffaello d*lla pittura ne' principi della sua rinascenza. Seguirono il Giotto Paolo Udine che fu il primo ad osservar la prospettiva. IVI assolino diede eipressione alle figure ed assestò meglio i panneggia rnen-
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