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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   « nova indirizzarmi a voi per avere a doppio le mostre di ogni « specie di piattini da chicchere con l'orlo a piano inclinato alla « moderna, e non già con l'orlo concavo all' antica. Queste mostre « di ogni diversa maniera e colore, tanto bianche che dipinte a « fiori, a fregi, a campagnuole, a marine, a ruderi antichi, a per-« sonaggi, ad agnelli, a pecore, ad uccelli ed alberi, a frutti, e che « so io; insomma di ogni specie, qualunque siasi, tanto del vostro « negozio, che di ogni altro artefice di co3tà. Raccoglierete a mie € spese le mostre diverse con la distinta dei prezzi più concisi e « ristretti, occorrendomi di commettervene più centinaja, qualora « il prezzo sia discreto ed il lavoro di qualche eleganza, potendovi « io anche mandare i disegni e le mostre delle dipinture, se mai « occorressero... Più non dico ad un uomo di tanta perizia ed in-« telligenza... etc.
   Galante Severino, di Civitella Casanova.
   Questo egregio artista nacque sulla metà del passato secolo e si mori il 1827. Fu pittore di genere, e ritrasse la natura sulle ormo di Giovanni da Udine, del Guercino e dello Spagnoletto, le opere de' quali tolse a modello, e seguì, per l'indole sua gaia e festevole, quello stile e quei subbjetti che dal Laar e dal Cerquozzi presero nome di bambocciate. A Loreto, invaghitosi delle opere del Sansovino, del Bandinello e del celebre Sengallo, rimase sette anni: divenne in seguito scolare di Raffaele Mengs e poscia di Pompeo Battoni, da cui apprese quel sommo precetto: dovere l'artista tenere per modello eterno, sommo, invariabile—il vero e la natura. In Napoli dipinse col Bonito; viaggiò per le Puglie e per le Calabrie in cerca sempre di nuovi modelli e delle vergini bellezze della natura a cui ispirarsi, compiacendosi di dipingere passioni gagliarde in tutta la loro spaventevole verità, visacci avvinazzati ed arcigni, bocche sgangherate, capelli irti e scomposti, monelli in zoccolo e farsetto; trecconi in camicia, baldracche e gente della peggiore specie. Non ebbe che pochi amici, e fu perseguitato da coloro cui egli fieramente pungeva: riparò a Ragusa, ma, a causa del suo bizzarro ed intollerante ingegno, fu costretto di andar via, e peregrinando di terra ia terra, dopo lunghi anni, rivide la diletta sua patria, l'Italia.