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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   « Longobardis in Italia dominantibus, prò conditione temporum, « pictorcs, sculptoresque non infimae notae in Frentanis floruisse, ex « illorum operibus, quae adhuc supersunt, licct arguere. Julianus « quidam monachus de Palearia sub annum Domini millesimum « atque trigesimum, Arnulpho Abate, in Monasterio Sancti Joannis « in Venere libros sacros, nimirum Antiphonarium.Lectionarium et « Missale, egregie pinxit, et diversi generis figuris ornavit ut con-« stat ex memoria adnotata in fine cujusque volumiiiis.
   Grue Francesco di Castelli, nato da Giovanni e da Magnifica ' addi S febbraio 159i, mori vecchissimo verso ii 1680. Fu jl più antico uf/Gri-e artefici che si conosca, e prese a dare novella vita all'arte della Ceramica. Sebbene i suoi dipinti non siono adorni di tutti i pregi d'invenzione, di disegno e di colorito, che rendono commendevoli le opere de' suoi successori, nullwlimeno vogliono essere tenuti in qualche pregio dallo storico, perché mostrano l'arte già avviata per più corretto e migliore sentiero. Ebbe in moglie in prime nozze Domenica Pompei, e, morta costei, la sua cugina Cecilia Nico-lini nel 1651.
   Grue Carlantonio, nacque il 20 agosto del 1655 da Franccsvo e Cecilia Nicolini : studiò ben per tempo le letterarie discipline, con la scorta di valenti maestri; ma inclinato alla pittura, a questa volse tutto l'animo suo. Ebbe due mogli e parecchi figliuoli, che divennero poi celebri nell'arte. Mori il 23 settembre 1723.
   Si mostrò senza dubbio costui uno degli artefici più eccellenti della sua famiglia, (1) ed a lui meritamente si deve, come si esprime il Cherubini, la restaurazione di quell'arte già precipitata in basso anche là ove la medesima era salita alla maggior cima di perfezione. Alcuni suoi lavori, che fanno di sé bella mostra nel Museo Nazionale di S. Martino, e principalmente alcuni piatti, ne' quali si vede segnato in oro il nome dell' autore, altri posseduti dal Conte di Correale, edalComm. Gioacchino Colonna, che io ho potuto osservare e studiare, lo mostrano artista davvero valente per morbidezza di pennello, soavità di colorito, venustà di forme, eleganza di tipi, e grazia inarrivabile in alcuni gruppi di angioletti, con intreccio di amorini, fiori e frutta nell'orlo, che chiudono bellamente il dipinto a guisa di cornice. Alcuni paesaggi lumeggiati in oro conti) Cherubini — De' Onte e della pittura ceramica tu Castelli, 1868 • 2. E-dii. Roma 1878.
   Bindi — Artisti Abruzzesi. 10