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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   — 165 -
   cosi del nostro Ascmio, il quale aveva stabilito la sua diinora a Parigi, ove visse fin dopo il 15G0. Di lui infatti troviamo memoria ne'libri Estensi, sotto il nome di Ascanio di Nello, nel 1556, quando dette a D. Alfonso, cugino del Duca di Ferrara, una coppa di argento, un bocale da acqua ed un piatto di argento. Aveva anche lavorato per l'altro Alfonso, che poi fu Duca, nel tempo della sua dimora a Parigi nel 1559 , un bacile ed un vaso. Finalmente trovasi notato un'ultima volta il nome di lui nel di 11 febbraio 1563, quando gli furono numerate liretornesi GO dall'antico suo protettore, il Cardinale di Ferrara, a conto del lavoro di sei boccaletti e di tre vasi di argento, che stava eseguendo per lui. Benvenuto Cellini ha ricordato più volte 1' egregio allievo nella sua Autobiografia e nel trattato dell' Oreficeria.
   Questo artista abruzzese, di cui nessuno dei patrii scrittori ha ragionato, fu senza dubbio tra i migliori allievi del sommo Fiorentino, e ne fanno prova gli encomi prodigatigli dal maestro, cosi parco lodatore anche de' più eccellenti. Il Cardinale Ippolito, principe di gusto finissimo, ed uso a servirsi sempre de' più valorosi in ogni ramo di arte, non lo avrebbe certamente adoperato in cosi varii ed importanti lavori in concorrenza di Marcel, di Hottmaiiu, di Futin e di altri illustri orefici di Parigi, se non lo avesse giudicato degno di sè e dell'arte, e continuatore degnissimo delle tradizioni gloriose dell'illustre maestro.
   S'ignora l'epoca della morte di Ascanio. Lo Ial nel suo Divlion-naire antique de biographie et d'hisloi e, Paris 1807, ha pubblicato intorno all'orafo Abruzzese inedite notizie.
   Mancino Nicodemo di Pescocostanzo, scultore.
   Condusse, tra le altre opere, il marmoreo monumento che sorgo nella Chiesa parrocchiale di S. Maria della Valle e S. Eustachio di Scanno, nel quale riposano le ossa di S. Costanzo martire. Questo lavoro, che egli compi insieme all'altro scultore Loreto de Cicco, mostra convenienza di parti, proporzioni di membra, sveltezza e sontuosità di massa, correzione di disegno. Il Tanturri, nella sua pregiata monografia di Scanno, dice « che molti pregi distinguono questo deposito, che farà sempre ricordare con orgoglio gli scalpelli di Nicodemo Mancini e Loreto de Cicco di Pe-scocostanzo. Visse nella seconda metà del XV1U secolo, nulla quale epoca, mentre teneva il regno di Napoli Re Carlo VI,