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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   — 167 -
   Maria della Civitella in Chieti, come dalla seguente iscrizione, che si legge sull'alto della porta (1):
   ® a. d. mcccxxi Frater Franciscus
   de civ1tate Theatina fecit fieri hoc opus.
   EGO MAGISTER NlCOLAUS DE OrTONA FECIT (sic) HOC OPVS
   Mancini Federico di Teramo, scenografo tra i primi d'Italia, nato il 1841 e morto povero il 1883. Consacrò tutta la sua vita all'arte, e condusse opere lodaiissime, principalmente pel Teatro S. Carlo di Napoli. Fu conoscitore profondo della prospettiva, del colore e dell'effetto.
   Majeschi Sebastiano, pittore Teramano. Appartenne egli alla nobile famiglia Majescki, venuta tra noi dalla Polonia insieme a quella de' Mickwello (Michitellr) verso la metà del XV secolo. Visse nel XVII secolo, e condusse lodati lavori, tra i quali un dipinto pel Chiostro dei MM. Conventuali di Campii, che porta la data del 1637 e la seguente epigrafe : Sebastianus Majeschi Polonus et civis Teramnensis p. cura R. P. F. Anionii Paganelli (poi Ve-soovo di Venosa); il quadro dell'altare maggiore nella Chiesa di S. Domenico, l'altro che si ammira in quella di S. Giuseppe, per tacere delle non poche opere eseguite per i varii edifizii sacri della Città di Teramo. Ma il suo capolavoro è un quadro che adorna 1' altare maggiore della sacrestia del Duomo, rappresentante un Pontificale celebrato da S. Berardo Vescovo. In questo dipinto gli accessorii sono bene rappresentati, l'intonazione generale , quantunque predominino le tinte scure, è piacevole; lo figure aggruppate con franchezza e lumeggiate con gusto, presentano vita, rilievo e naturali movenze ; il colorito è accordato con felicità: mostrò sopratutto la sua valentia ne' panneggiamenti, eseguiti con molta verosimiglianza. 11 quadro ò importante anche dal lato storico, perchè ci tramanda plasticamente la memoria di un antico diritto che avevano i Vescovi Aprutini di celebrare armati il Pontificale. Nella stessa sacrestia si ammirano dello stesso arti-
   (1) Rayizza, Epigrammi de' mezzi tempi e moderni etc. Chieti 1836 p. 43.
   Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalteri in Vnterttalien. Dresda 1869, Voi. 2.