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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   sta altri quattro dipinti rappresentanti fatti e miracoli, tolti dalla vita di S. Berardo.
   Martinez Giuseppe, monaco celestino, pittore Aquilano. Condusse parecchi quadri nelle varie cappelle della Basilica di S. M. di Col-lemaggio, ed il suo nome si vede a pié di una composizione che adorna la cappella della estinta famiglia Porcinari. Fu artista me • diocre.
   Massa Donato, di Castelli? egregio dipintore su majolica. ignoto al Cherubini ed al Rosa. Alcuni bellissimi vasi che si vedono nella farmacia degl' Incurabili di Napoli, e che portano la sua firma, lo mostrano artista valente.
   Masio maestro, di Solmona. Visse verso il 1370, e si mostrò valentissimo cesellatore ed orefice, ignoto del tutto nella Storia delle Belle Arti, e di cui inutilmente cercheresti notizia nel Di Pietro e negli altri scrittori Solmonesi. Che molto valesse, lo prova la stupenda Croce di argento, fatta eseguire per ordine di Stefano della Sanità, patrizio Solinonese ed Arcivescovo di Capua, e dal medesimo, che devotissimo era della Beata Vergine, mandata in dono alla Chiesa, che alla celeste Donna s'intitola, nel villaggio di Santa Maria Maggiore. I seguenti versi leonini, incisi a pie della Croce, riportati prima da Michele Monaco nel suo Sanctuarium Capuanum, e poscia dall'Ughelli nell' Italia Sacra, ci ricordano il nome del Vescovo e dell' egregio artista, autore della insigne opera :
   Stephanus Ecclesiae Capuae Praelatus konora Ut firrem fecit, lector, Crux cerne decora. Hunc genuit Sulmo, genitus quo providus auctor Extilit, et nostri Masius per singula factor. Tunc anni Domini currebant mille trecenti Et decies septem fuimus quo morte redempti.
   Mariano maestro di Solmona: egregio cesellatore ed orafo. Non conosciamo di lui che una bella pace di bronzo dorato, che egli esegui per Montecassino, ove tuttora si conserva, nel 1558. Essa si compone di una laminetta di rame dorato, piana alla base ed acuminata alla cima, a guisa di arco acuto, poi nella parte posteriore è ligato un manico a forma di un S perchè il sacerdote la