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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
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tera scritta clal Luti stesso (1), ove Vannotatore dichiara che mori giovane, e che il maestro lo impiegò più volle a copiare le opere sue d'impegno. Tale notizia non è inutile per sapere donde vengano alcune belle copie del Luti, che si rinvengono in più luoghi.
La lettera ricordata di sopra è diretta al signor Agostino Batti, e con essa si dà notizia della morte avvenuta del nostro Michelangeli il di 30 Agosto alle ore 21 dell'anno 1720 « con universale cordoglio di tutti i suoi conoscenti ed amici, sì per la sua virtù, che per le sue rare qualità. Il Ticozzi soggiunge nelle sue annotazioni, essere egli morto di quaranta anni. Nacque dunque questo nostro artista nel 1680, correggendo cosi le inesattezze degli scrittori Aquilani, che lo dicono nato nel 1700.
Michetti Francesco Paolo. Nacque a Tocco Casauria nel Chietino nel 1852 da Crispino Michetti, maestro di Musica e capobanda di Tocco e da Aurelio Terzetti di Roma. Il padre mori presto, e la buona madre ebbe cura della educazione del fanciullo. Giovanetto ancora, mostrando vivacissimo ingegno e grande disposizione per le arti del disegno, ottenne dal Consiglio Provinciale di Chieti una tenue pensione, con la quale potè recarsi a Napoli. Ma, troppo addietro, come i barbassori dicevano, per potere essere ammesso nella R. Accademia di Belle Arti alla scuola del nudo, segui poco i precetti accademici, ed amò meglio affidarsi alla potenza del proprio ingegno, studiando, infallibile modello e sicuro maestro, la natura ed il vero. Dipinse, con quel suo fare originalissimo ed inimitabile, alcuni quadretti, che vennero acquistati da un negoziante francese, il signor Reutlinger, quadret!i che gli meritarono gli elogi di Domenico Morelli, le lusinghiere protezioni ed i favori del pubb'ico. In breve ritiratosi ne'suoi monti Abruzzesi, tra lo spettacolo seducente e sublime delle vergini bellezze della natura, tra l'incanto di quelle scene campestri, pittoresche e selvagge; di quelle aurore, di quei tramonti, di quella calma solenne, spesse volte interrotta dal mugghio della bufera, o rallegrata dall'agreste suono della cornamusa; tra quelle fanciulle dalle belle e modeste sembianze, da' neri occhi, da'pittoreschi costumi; in mezzo ad un popolo buono, laborioso, onesto; tra quei tipi, che ti ricordano gli antichissimi Marsi, Sanniti,
(1) Lettere pittoriche, tom. VI, pag. 146.
V. pure Lanzi op. c. tom. 2, pag. ll'J.