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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tamente ed ingenuamente espressa, è resa con cuore e con intelletto di grande artista. Nella parte plastica dell' arte , nell' inarrivabile tavolozza, chi supera Michetti? Quale bizzarria di disegno e di colorito, quale tocco vivo, spiritoso, arditissimo! Egli non è solo un forte colorista, ma è figlio delle proprie impressioni. Nelle sue creazioni c'è tutta l'anima sua, e ne' soggetti più umili, come ne'più alti, tu trovi quel non so che che appartiene all'artista. Per lui non esistono soggetti più o meno importanti, ma tutti hanno un egual valore. Vuol gareggiare con la natura ne' colori vivacissimi e smaglianti, armonizzati con gusto squisito, nello splendore e negli sprazzi della luce, nella forza del rilievo, negl'in-cendii delle carni nude, nella voluttà delle forme giovanili: non teme le difficoltà, anzi le cerca e si compiace di superarle arditamente e con b ravura.
   L'ultimo suo lavoro è un quadro che decora le sale della Esposizione Internazionale di Roma, e che ha per titolo — il Voto — Crediamo pregio di questo libro il riprodurre qui la stupenda descrizione che di questa splendida opera del Michetti fa Gabrile d'Annunzio nostro concittadino, il quale, giovanissimo ancora, occupa già un posto distinto fra i più gentili poeti e fra i più chiari scrittori d'Italia, ed onora con l'elettissimo ingegno i nostri Abruzzi (Fanfulla della Domenica 14 gennajo 1883).
   « La tela ha sette metri di lunghezza per due e mezzo di altezza. È un interno di chiesa di cui la parete destra non è visibile e la sinistra ó tagliata dalla cornice su le figure. Pe '1 pavimento i devoti strisciano verso il busto metallico di San Pantaleone: la gente in ginocchio e in piedi si accalca nel fondo, entro l'aria impura che circola intorno ai corpi con un velamento lieve. I cerei aKi ardono dietro il santo su i candellieri scolpiti ; e nella mezza ombra delli scalini, più indietro, due vecchi stanno seduti, altri corpi stan gettati al suolo nello sfinimento doloroso del voto compiuto. Ora tutta la terribilità barbara di quel fanatismo, tutta la truce intensità di quella fede, tutta la convulsione di quello spasimo è raccolta nella figura senile che si avvinghia con l'estremo sforzo delle braccia al simulacro d'argento e gli attacca alla bocca la bocca insanguinata. Quell'amplesso è indimenticabile; ha qualche cosa di tragico che atterrisce, ha qualche cosa di sovrumano che attrae. Pare che quel vecchio si aggrappi a un'ultima