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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
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speranza di salvezza , pare che voglia donarsi anima e corpo a quell'essere muto che lo guyrda dalle profonde occhiate di teschio nella radiosità del disco tagliente. Tutta la faccia e il cranio calvo si confonde con il metallo effigiato , nel sudiciume del sangue e della polvere; ma un riflesso d' argento brilla nelfocchio umano vincendo il luccicore della fede. È una pennellata di biacca, una di quelle pennellate animatrici che si gettano nei momenti di visione supremi.
Di questa testa infatti non esiste studio. Per quel misterioso lavorio del vero, che fa dell'artista un' ape, la stupenda espressione del sentimento è prorotta spontanea , con una spontaneità forse quasi inconsapevole. E dalla testa l'espressione si è diffusa in tutto il corpo, dando specialmente alle gambe ed ai piedi ignudi una impronta di vita, un tratto convulso di dolore.
La sola figura muliebre che. guardi l'amplesso con occhi profondi di fede e di passione è quella sollevata fra la gente , avvolta il capo in un fazzoletto nero. Fa pensare al quattrocento; pare come una risurrezione di arte antica. È di una purità e di una semplicità soave; ed uua tristejza indefinibile le anima il viso, e quella nota nera néll'armonia del quadro vibra umanamente.
Pure , tra li sludii questa testa si cerca invano. Essa non ò presa dal vero, non poteva esser presa dal vero. Perchè l'artista non poteva chiedere ad un modello quell'ardore di fede. Egli dunque ha dovuto sentirla-, e sotto il pennello l'antica arte religiosa gli rifioriva.
Nelle altre donne, in quasi tutte, l'animalità trionfa. Una madre in ginocchio sorride al cercare irrequieto delle dita di un suo bimbo ridente, mentre dinanzi una devota striscia verso il santo o un'altra sta per abbattersi al martirio feroce. Una femmina gravida tiene il cero con un abbandono di stanchezza molle, come in una inconsapevolezza di tutto ciò che intorno accade ; i suoi occhi non hanno sguardo, nuotano nel languore. Dietro i candellieri un'allattatrice seduta regge su le braccia il lattante sazio che ha già lasciato il capezzolo: la poppa è tutta fuori, un po' impigliata al busto, di carne viva. Non è una bella e florida poppa di rosa; un lividore lieve è sparso in cerchio , su la bianchezza viscida della pelle. L'allattafrice tiene fuori quella carne a pendere, con uua noncuranza di capra smunta : mentre un uomo appoggia il