Stai consultando: 'Artisti Abruzzesi Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI', Vincenzo Bindi

   

Pagina (186/309)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (186/309)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 179 -
   partenente ad un ortolano a nomo Giovannone, stava una immagino di Maria SS. col Bambino Gesù fra le braccia, fatta già da Francesco di Montereale dipintore di un secolo prima, e stava già esposta ad ogni sorta di temporali e d'immondezze, dipinta a fresco sul muro che unicamente era rimasto » (1).
   Ma il capolavoro del nostro Morrealese sono i due stupendi affreschi che si ammirano nella Chiesa di S. Silvestro di Aquila, rappresentanti l'uno il Battesimo di Costantino imperatore, e l'altro la Vergine col Bambino, circondata da Angioli e da'due Santi Sebastiano e Rocco. Per moltiplicità di figure, vastità e sapienza di composizione, grazia inarrivabile nella espressione della gioja e del dolore e nella serena bellezza della teste, correzione di disegno e soavità di colorito, questi affreschi sono tra i più be'li di cui la Scuola Italiana possa gloriarsi, e degni di qualunque più celebrato artista. Marino Caprucci, nobile Aquilano, in una sua memoria manoscritta notò « che Monsignor Francesco di Monte-reale in rappresentare alcune figure e cose dal naturale è stato ingegnoso come si può vedere nelle Cappelle di Colleinaggio, della Misericordia e di S. Domenico ».
   Appartenne, come si è detto, alla Scuola del Perugino, e, come l'illustre maestro, si distinse per la grazia, la leggiadria e la squisita gentilezza delle forme, e gli rassomiglia nello stile semplice e secco, ma corretto e preciso ne'contorni.
   Pier Leone Casella riporta la seguente epigrafe che si leggeva sulla tomba di lui, dettata dal celeberrimo Mariangelo Accursio.
   Proxime ad eximios Pictores Quorum magna rarìtas Franciscus cognomenlo pictor accessit;
   Procul linquens Acmulaturos potius quam asseculuros Ejus non astri tantum Sed vitae morumque praestantium.
   Vixit ann. LXXV multos piane;
   At si quantum pinxerit aestimes Aetatem ultra putes.
   (1) Anno 1604; V. Anonimo press. Riz. Race. Monum.Aquil. ms. L. 4, p. 3574; Ciurc. Stor. Aquil. L. i. Ad. 160.'; eie.