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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   vitato non solo dalla medesima Congrega, ma altresì da quella della Madonna delle Grazie e da altre per eseguire tele somiglianti: i giornali Napoletani di quel tempo parlarono diffusamente di queste opere, e furono prodighi all'autore d'incoraggiamenti e di lodi.
   Banditosi un concorso per il pensionato di Roma, egli si presentò animoso nell'agone insieme ad altri valorosi artisti; ina i barbassori, clic reggevano allora le sorti della Reale Accademia di Belle Arti, non gli resero la meritata giustizia; ed egli indignato, lasciò Napoli, e dopo avere visitata la Lombardia e la Svizzera, prendeva stanza a Firenze, ove per sette anni attese ed un lavoro indefesso.
   Esegui ili quel tempo moltissimi stadi, ritratti c quadri: mandò a Napoli un quadretto di genere, togliendo l'argomento dal noto romanzo di Eugenio Sue, l'Ebreo errante, che molto piacque: Basilio Puoti espresse all'artista il suo compiacimento con belli e forbiti versi. Dipinse pure Francesco Ferrucci a Gavinana e Salvator Rosa tra i briganti, che incontrarono le simpatie ed il favore del pubblico, e vennero acquistati dal Municipio di Napoli e da S. M. il Re: il Ferrucci decora il Palazzo Reale di Napoli. Condusse per il Conte Teley un quadro rappresentante lo Stato maggiore Ungherese con Garibaldi a Santa Maria di Capua, che, esposto a Firenze in occasione del centenario di Dante, meritò vivi elogi dalla stampa e dal pubblico, accorso numeroso ad ammirarlo.
   Costretto da sventure di famiglia lasciò Firenze e si ritirò in patria; e fu un gran danno per. l'arte, imperocché, lontano da un centro artistico, mancarono al Prof, della Monica quegl' incitamenti, quegli esempi e quei mezzi che son pur tanto necessari-Rivide Teramo col proposito di porre in assetto le sue cose , e riprendere poscia la via di Firenze. Ma il padre, vecchio ed infermo, avendo contratto un nuovo matrimonio, si era reso incapace di reggere la novella famiglia e continuare nell' uffizio di pubblico insegnante; e cosi egli, sacrificando l'arte, suo desiderio, orgoglio ed amore, per cui era nato, ed alla quale aveva dedicato tutte le cure, e gli anni migliori della sua giovinezza, all'amor figliale» dovè cedere suo malgrado alla imperiosa necesità.
   La vita tranquilla della provincia, a poco a poco calmò ili lui quella smodata brama di lavorare per la gloria, e datosi all'in-segnamento, ha reso e rendo a'suoi concittadini segnalati servigi, educando all'amore dell'arte numerosi e valenti giovani. Però