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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Nel mezzo si vede un Ecce Homo, e sotto sta scritto: Pater Ste-phanus me fecit fieri-, di dietro è scolpita l'immagine della Vergine e due angioli: vi si legge il nome dell'artista.
   Nicolaus Nepos S. Nicolai de HORTONA fecit.
   Questo egregio monumento della oreficeria Abruzzese, di cui nessuno scrittore patrio, a quello che io sappia, ha parlato, apparteneva alla Chiesa di Elice, e fu donato alla Regina Maria, moglie di Carlo II, morta nel 1223. Si trova notato nel testamento della stessa Regina Maria ( V. Reg. Caroli Secundi Regis ).
   Nicolò (maestro Nicola) di Guardiagrele.
   Scultore e cesellatore davvero insigne, da non temere rivali , non dico negli Abruzzi, ma in tutta Italia , vissuto un secolo prima di quel Benvenuto Cellini, il quale doveva essere poi salutato principe nell'arte del cesello. Tra le molteplici opere che Egli condusse, noi ne ricorderemo tre delle principali , meravigliose tutte per arte, per istile purissimo e per concetto, da stimarsi i più pregiati lavori di simil genere che vanti l'Italia nostra, lavori che collocano il nostro sommo Nicola di Guardiagrele, finora, per somma incuria, del tutto ignoto nella Storia Artistica Napoletana, fra i primi artefici che restaurarono e nobilitarono l'arte del cesello.
   La prima è un palliotto in argento massiccio, che forma il decoro della Cattedrale di Teramo, e di cui, il giorno delle feste solenni, si adorna l'altare maggiore; palliotto che venne sostituito ?l-1' altro, anche di argento, magni valoris, rubato nella triste congiuntura del 1416.
   Questo superbo ed insigne monumento della oreficeria Abruzzese venne compiuto durante il tempo che teneva la signoria della Città Giosia Acquaviva, signoria che, al dire degli storici Teramani, fu la più mite e la più liberale di tutte le altre che si erano succedute. L'opera fu incominciata nel 1433 (1) e compiuta nel 1448, ossia ftello spazio di quindici anni. Presenta essa nel mezzo
   (1) Come ilalla seguente iscrizione che vi si legge: Ave Maria yratia piena Dominu* tccion Anno Domini MCCCCXXXIU