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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
— 199 —-
fecondasse altrove, in un campo più vasto, gli studi cosi bene intrapresi; ed il padre suo, che teneramente lo amava, sebbene con pochi mezzi, si decise per consiglio dello stesso Bucci, di mandarlo a Roma, ove infatti poco appresso si recava. Fu subito accettato come alunno nella insigne Accademia di S. Luca, allora come adesso una dello più celebri e stimate d'Italia per la valentia dei maestri, per l'eccellenza dei modelli, e per le gloriose e non interrotto tradizioni artistiche: frequentò quelle scuole dal 1856 al 1859. La provincia di Teramo, a cui eran note le belle qualità e l'ingegno del Pagliaccetti, lo soccorse con un tenue sussidio mensile ; ma fu sempre il padre quello che provvide a tutti i suoi bisogni, assoggettandosi a non piccoli sacrificii.
A Roma il nostro giovine artista fece in breve un profitto cosi segnalato nell'arte da essere considerato sempre il primo di tutti gli alunni che frequentavano la scuola, sicché meritò, come premio al suo ingegno ed alle sue fatiche, quattro medaglie d' argento.
Nei cinque anni di dimora in Roma condusse lodato opero in gesso, tra cui una testa di bellissima Baccante, in proporzioni maggiori del vero, coronata di uva, pampini, edera e fiori: adorna oggi il salone del mio egregio amico il Conte di Castellana. Nel 1859 si recò a Napoli, e prese parte al concorso bandito dal governo per un sussidio annuale da concedersi ai giovani artisti; e quantunque venisse dichiarato uno dei primi, pure, per le solite arti e per somma ingiustizia, non ottenne che un incoraggiamento. Nel 1861 a spese della provincia di Teramo venne inviato all'Esposizione Nazionale di Firenze, per perfezionarsi nello studio dei capilavori del arte moderna, che ivi facevano di se bella mostra; e potere nel tempo stesso in quella città, sede della gentilezza e delle arti, nobilitare l'animo e coltivare l'elettissimo ingegno. 11 Pagliaccetti, innamorato del dolcissimo clima e della .grazia festiva degli abitanti, pose in Firenze stabile sede, abbandonando Roma; e cosi dette principio ad una carriera artistica veramente gloriosa. '
In quest'epoca, quantunque giovanissimo (non aveva che vonti anni appena) esegui in marmo il busto dell'insigne abruzzese Melchiorre Delfico, che donò alla sua Provincia natile forma uno dei migliori ornamenti della Biblioteca del Liceo di Toramo, ove si ammira.