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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
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Ora il nostro Pagliaccetti attende a condurre in marmo l'apostolo S. Andrea, che verrà collocato nella facciata della Chiesa di S. Maria del Fiore, ed a completare il marmoreo monumento alla gloriosa memoria di Vittorio Emanuele II, che la città di Giulianova, prima fra le altre del mezzogiorno ad ospitare il Re Liberatore, ha decretato d'innalzare sulla maggiore piazza. Sarà un'opera, che, onorando il paese, onorerà altresi l'ingegno dell'artista. Il bozzetto è pronto; e noi crediamo bene qui riprodurre la descrizione che ne fa il Corriere Italiano di Firenze (anno 17. N. 236) come testimonianza del nostro affetto verso l'egregio artista ed il caro luogo che ci vide nascere.
«Giulianova è stata la prima città dello antico regno delle Due Sicilie, dove Vittorio Emmanuelo s'arrestò recandosi a Napoli dopo il Plebiscito che, coronando l'eroica impresa di Garibaldi, aveva sanzionata nelle Provincie meridionali 1' unità italiana. E la cittadinanza di Giulianova, come ne fa fede il tosto delle solenni deliberazioni della sua Rappresentanza Comunale, ha voluto che il monumento al Re Liberatore dovesse perpetuare nella memoria dei posteri il ricordo del gran fatto—che colà Vittorio Emmanuel sostò il 15 ottobre 1860, appena entrato alla testa dell'esercito nazionale, nelle Provincie Napoletane indirizzandosi a Napoli.
È questo il concetto che il prof. Pagliaccetti ha espresso con una semplicità ed evidenza meravigliosa nel suo monumento.
La maestosa figura del gran Re s'erge su un gran basamento, la cui parte più spiccata (sopra ampia base graduata) è formata di un gruppo di colonne ioniche strette in fascio come a rappresentare il gran ¦ fatto che Vittorio strinse in un fascio gli Stati d'Italia; e sulla baso della volontà nazionale e del patto di fede tra il Liberatore e la Nazione redenta, eresse solida e maestosa l'unità nazionale.
Il Re Soldato, in abito da generale in tenuta di campagna, è sceso allora da cavallo, saluta con maestosa fierezza le Popolazioni Meridionali, stringendo fortemente colla sinistra la spada del comando e colla sentita posa affermando: «I nostri voti sono compiuti! L'Italia è libera —Io, chiamato dai vostri suffragi, la difendo».
Dietro il Re, l'aquila latina sbattendo le ali, pare che annunzi esultante anch'essa alle popolazioni accorse con entusiasmo incontro al Re Liberatore i nuovi destini dell'Italia libera ed una.