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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
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studio diligente od accurato della natura, studio che ad onta dell'età, delle intemperie, delle traversie deila vita non ha mai trascu rato, è giunto a toccare nella pittura di paese un grado altissimo di perfezione, ed ha aperto nuovo e più vastq orizzonte all' arto, mettendola in una via più vera, più rispondente alle esigenze ed alle aspirazioni de'tempi moderni. Questo artista, applicando principalmente l'ingegno nel ritrarre gli animali domestici, ha raggiunto un'altezza non superata nel rappresentare l'umile asinelio, che torna spossato dalle fatiche de'campi, ovvero gli armenti, i giovenchi, i cavalli guidati al pascolo dal solerte campagnuolo ».
Filippo Palizzi apprese nello studio del Bonolis il. perfetto disegno della figura, di cui egli spesso e maestrevolmente ahbella i suoi paesaggi; e qualche volta ha eseguito anche ritratti dal vero, assai somiglianti e dipinti con magistero di pittore storico.
Sarebbe lungo lavoro il voler fare anche un semplice catalogo di tutte lo opere che Egli condusse, tra le quali alcune importantissime, come merito artistico; opere che segnano un vero e segnalato progresso nella storia del paesaggio Napoletano. « Quando Filippo Palizzi cominciava la sua carriera artistica, cedo qui la parola al chiarissimo artista ed egregio scrittore, F. Nctli, il quale pubblicò uno studio stupendo intorno all'insigne paesista Abruzzese noW Illustrazione Italiana (1876), sarebbo 'stato d:fficil'e di prevedere l'influenza che egli avrebbe avuto in seguito sulla pittura Napoletana ».
« Quel giovine, venuto a Napoli 30 o 35 anni fa, da Vasto, piccolo paese degli Abruzzi, s'era messo in un angolo cosi isolato e creduto cosi umile nel campo della pittura , che non poteva destare nessun sospetto. Egli studiava le cose che nessuno studiava, perchè allora, tranne qualche raro dissidente, che facea chiesa a parte, i pittori che c'erano seguivano su per giù le medesime idee. Si facevano dei quadri grandi, ove i personaggi principali doveano essere eroi, re, regine, o per lo meno santi. Gli stessi alberi dei paesaggi dipinti avrebbero sdegnato di conceder la loco ombra, anche dipinta, ad una figurai che non fosse quella di un grande uomo ; ed ora ecco un pittore, che si ^scomóda a posta dal suo paese per venire a far che cosa ? — degli animali ! E neppure degli animali nobili, come leoni, pantere, elefanti; ma le bestie le più comuni: le vacche, le capre, le pecore, i cani loro guardiani,