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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
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gli asini, i cavalli da soma o da carretto ; e con essi poi della gente, o che gente ! Villani e villane. A che poteva menare questa pittura ?
< Inoltre egli guardava il vero senza la più piccola nozione dello stile e dei principii in voga, e faceva gli alberi alberi , il cielo cielo, e il terreno terreno. La sua pittura chiamava le cose col nome proprio in un momento di metafore e di favole. Con questo intenzioni egli fece una primavera (senz'allegoria). Fu il primo quadro elio lo foce conoscere e fu comprato dalla Corte di Napoli. È una piccola tela che adesso sta nella galleria moderna a Capodimonte, tela preziosa perchè indica il suo punto di partenza e lo stento delle sue ricerche. Egli vi aveva lavorato su cinque o sei mesi.
« Gli altri pittori, bisogna dirlo, se non andarono in coro a stringergli la maho ed a salutare in lui un bravo artista, lo lasciarono almeno lavorar tranquillo — e forse anche lodavano le sue opere. Erano, ben inteso, le lodi piene di riserve, che si danno a quelle opere di un genere non ammesso nella grande pittura. Ed era naturalo. Egli non avea studiato con loro, non avea disegnato il nudo, non frequentava l'Accademia, non poteva dunque aver principii. Perchè temerlo — o invidiarlo—o accettarlo ? — Al più era un intruso. Egli stesso, del resto, non dava nessuna occasione alla lotta. — Abitudini solitarie—apparenza poco espansiva; non si mischiava in puntigli o in quistioni artistiche — e non domandava nulla, neppure la loro compagnia.
« Pochissimi dovettero accorgersi che quel pittore non era solamente un intruso , ma un radicale. Veniva correndo su di una via diametralmente opposta — e attaccava di fronte. V' era nei suoi quadri il germe di una trasformazione completa nell' andamento della pittura; e pochissimi se ne accorgeauo. Forse alcuni di quegli stessi, che non lo accettavano e non lo temevano, non andavano più in là di dire a sè stessi, mentre dipingevano: « ma come diavolo fa quel pittore d'animali a metter tanta luce ed un colore cosi giusto nelle sue cose ? — dove compra i suoi colori ? »
« Era semplice. 'Invece di trovare un soggetto nei libri, comporlo a tavolino ed eseguirlo dal manechino, egli se ne andava a piantar il suo ombrello in campagna dove trovava il sole , le grandi ombre, le praterie, gli animali vivi, l'aria aspirata a pieni