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Vinfelicità de poveri confinanti. Della sua origiue avuta da Carlo I di Angiò e come proseguì fino al 1785 a lungo tratta il Delfico, rapportando le sue sanguinose e tiranniche leggi, che Ferrante 1 di Aragona per tali conosciutele, volle abolirle, ma le sue guerre co* baroni del Reame , fecero mettere in dimenticanza la nuova prammatica che mitigava il tremendo Tribunale, e perciò que' popoli durarono sotto tanto aspra legge. Descrive tutte le oppressioni e tutte le ribalderie di quei balzelli, e rapportando le leggi di quel Tribunale e ragionando dello stalo attuale del medesimo, cosi incomincia: Dal Garigliano al Tronto, dal Mediterraneo all'Adriatico mare si estende un lungo e tortuoso confine, che divide questo Reame dallo Stato Pontificio; da uno Stato Anomalo, che ci disgiunge dagli altri Governi congeneri dell'Italia. Per tutto questo gran tratto la barbara Politica dei Finanzieri Angioini dispose quasi reticolatamele gli officj della Grascia, incrocicchiando % luoghi più interni e più limitanei, acciò mi tutto vi fosse una continuazione di custodia, e paratamente in diversi punti si multiplicassero gli ostacoli. Quindi abbiamo veduto, come queste reti riuscissero opportune a quegli avidi ucellatori,e come ne sapessero ancora estendere i fili, per multiplicame la preda. Abbiamo veduto similmente, che la confusione della Grascia colle Dogane multiplicò questi lacci, e che si esercitarono con quell'orribile rigore, che pur troppo si conosce, quando le Finanze dalle mani del Principe passano in quelle deprivati. Ora poi vedremo con quali leggi, consuetudini, arbitrj ed abusi, si conservi e si eserciti tale stabilimento. 11 Delfico alla fine pone termine al suo dotto lavoro implorando dal Sovrano l'abolizione di si dannevole ed orribile Tribunale.
82. Memoria per V abolizione o moderazione della servitù del pascolo invernale detto de' Regi Stacchi nelle Provincie marittime di Apruzzo umiliata a S. R. M. da Melchiorre Delfico. — in fol. piccolo.
È di pg. 28. delle quali XXVI numerate ; le due ultime sono interamente bianche es.n. Benché il libro non porti data di luogo,nè il nome dello stampatore, confrontandolo con le altre opere del Delfino pubblicate in Napoli pe' tipi del Porcelli,rilevasi chiaramente essere uscito da quella tipografia. L anno poi di questa pubblicazione fu il 1737 come dall'elenco delle opere ael Delfico messo in fine al suo elogio scritto da Gregorio de Filippis Delfico.
Il presente lavoro fu messo a stampa per aversi presente dal Consiglio di Finanze preseduto dal Sovrano, onde risolvere uno affare di tanta importanza. L'autore con pruove le più chiare di-