Stai consultando: 'Carrellata Notarile. Dai protocolli dell'Archivio di Stato di Teramo', Benedetto Carderi O.P.

   

Pagina (118/195)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (118/195)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Carrellata Notarile.
Dai protocolli dell'Archivio di Stato di Teramo
Benedetto Carderi O.P.
Cattedra Cateriniana Teramo, 1973, pagine 191

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   
   d'Angelo di Berardo, Francesco Piercecchi, Giuseppe Quartapelle tutti di Teramo, protestano alla presenza «di uomini probi di questa med.a Città, cioè Dptt. sigr. D. Marcantonio Massei, sigr. D. Francesco Pellicciami al presente del Magistrato, sigr. D. Giuseppe Antonio Tullii, sigr. D. Ferdinando Massei e sigr. D. Marino Montano, tutti Gentiluomini di questa Città» rifacendosi anche alle precedenti scritture (notaio «Febbo de Febbo» in data 7 agosto 1646) perché contro la consuetudine e senza licenza della confraternita il nuovo Priore del convento P. Lettore fr. Giacinto Salvatore di Montorio « dispoticamente ha preteso celebrare la festa di S. Domenico nella Cappella della Fraternità, mentre tale festa solitamente si faceva « nella Cappella speciale di detto Santo che è dentro la sopradetta chiesa in Cornu Evangeli del riferito Altare Principale» perché un tal dispotico modo di procedere non s'abbia a ripetere in fu-turum.
   voi. 41 ff. 156r; 186r (Teramo settembre novembre 1760). Salvatore di Gaetano di Villa di Fiume è procuratore della Fraternità del Rosario di « Villa Fluminis».
   voi. 42 f. 91r (Teramo 20 maggio 1761). D. Berardo de Mattheis è priore della Fraternità del Rosario di Teramo.
   voi. 42 f. 93r (Teramo 23 maggio 1761). Can. D. Berardo Sdamiti è Rettore della chiesa Madonna degl'Angioli fuori Porta S. Giorgio.
   voi. 43 f. 65r (Teramo 5 febbraio 1762). Alla presenza dei Padri Carmelitani (essendo Priore P. Berardo Fedeli) il Sigr. Giuseppe Marcozzi adempiendo il disposto testamentario di suo padre Giacinto (rogato dal notaio Nicola Cagnacci in data 8 marzo 1752) consegna ducati cento per la ricostruzione della chiesa del Cannine « già principiata» (anno 1762), e ducati non più 200 ma due. 300 per un legato di due messe settimanali. (Nitido timbro a secco del P. Provinciale dei Carmelitani P. Antonio Bindoli).
   voi. 43 f. 109r (Teramo 29 marzo 1762). Appalto del tabacco per sei anni « nelle terre di Canzano, C. Basso, Guardiavomano e Castell'alto».
   URBANI DIONISIO PATRIZIO ANTONIO DI TERAMO busta 420 (362)
   voi. 44 ff. 20 6r-227r (Teramo 9 settembre 1763). I Padri Domenicani e i Fratelli del Rosario di Teramo, rifacendosi alla convenzione stipulata dal notaio Febbo di Febbo (in data 7 agosto 1646), ricordano ancora PAlbarano fatto tra loro in data 28 giugno 1662, in cui la Compagnia per ragioni di povertà riduce e i Padri accettano l'onorario annuale da due. 30 ridotto a due. 25, e un attrassato di due. 120 abbassato a due. 50; a seguito poi del litigio del 1760 introdotto dalla confraternita avanti il sigr. Delegato della Real Giurisdizione in Napoli, e per cui la Compagnia ricusò soddisfare quella poca mercede solita a darsi al detto convento per le fatiche dell'assistenza, il P. Priore di S. Domenico in data 2 settembre 1760 presenta alla Regia Udienza di questa città di Teramo una Supplica a rivendicare i diritti del convento sull'uso dell'Altare Maggiore e sulla celebrazione di determinate messe contro la Fraternità del Rosario, « sebbene sia vero che la Cappella di legno del sud.o Altare Maggiore sia stata fatta dalla pred.a Congregazione, pur nondimeno non può negarsi la libertà ai Padri del Convento di celebrare in esso tutte le feste, e farvi tutte le funzioni, che mai possono occorrere, come infatti ve l'hanno sempre celebrate ogni qualvolta sia occorsa qualche solennità de' Santi dell'Ordine, che con pompa solenne si celebra come di S. Pietro Martire, di S. Pio V, del B. Alberto Magno, Benedetto XI, di S. Tomaso, di S. Vincenzo Ferrerio, e d'ogni altra festa, e sacra funzione occorrente, come è noto; anzi in esso Altare Maggiore si osserva da Padri il SS. Sacramento, senza che mai da Fratelli di d.a Compagnia siasi recata ad essi Padri alcuna molestia, come si pretende di fare di presente» e chiede che la renitente Fraternità paghi quanto deve al Convento. La vertenza si trascinò fino al 1762, quando cioè il nuovo P. Priore del Real Convento di S. Domenico, « per togliere adunque ogni lite, scandalo e discussione e per conservare la pace e quela fraterna unione necessaria al servizio di Dio e della SS. Madre del Rosario per il di cui unico nome e gloria è stata eretta d.a Congregazione» presenta una Supplica alla Compagnia proponendo una Concordia (accomodo) da affidare a « due Deputati dotti e timorati» da eleggersi uno dalla Congregazione e l'altro dal Convento. La Congregazione dei Fratelli elegge suoi Deputati in data 7 febbraio 1762 i sig.ri

Scarica