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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   palesi e nascoste, vi è un aumento, nella massima magra di novembre, di in 0. 120 e che nel tronco seguente le immissioni nascoste cessano o si disperdono per evaporazione ; sapendo inoltre che il Fluvione sbocca con una massima magra di m3 0. 180 ed il Castellano con m® 0 00O, mentre tutti gli altri influenti si asciugano completamente, si stabiliscono le seguenti massime magre:
   Fiume Tronto: dopo lo sbocco del Cernara........m 2.150
   ld. id. del Fluvione........ „ 2.330
   ld. id. del Castellano........3.230
   Id. alla foce................. ,3.300
   Si avverta che il Tronto potrà trovarsi in estate, alla sua foce nell'Adriatico, con portata inferiore a quella sopraindicata, la quale rappresenta la massima magra raggiungibile dopo una supposta siccità che durasse fino a tutto novembre, se l'irrigazione, che ora consuma circa m'J 1, aumentasse d'intensità.
   Al presente però, raggiungendo l'irrigazione medesima il suo colmo nell'agosto, quando le forti magre non sono ancora sopraggiunte, e consumando le attuali derivazioni tanta acqua, press'a poco, quanto è quella che diminuisce per la naturale decrescenza fino al novembre, le portate effettive dei due mesi si equivarrebbero.
   Ci rimane a dire delle massime magre del Fluvione e del Castellano, trascurando il Garrafo ed il Cernara, per i quali la piccola portata e la impossibilità di riconoscerne il regime nelle numerose Vidlecole che concorrono ad alimentarli, sconsigliano da altre ricerche.
   Il Fluvione, che si forma con molti rivoletti e sorgentelle alle falde ilei monte Vettore, si comporta, dopo che per lunga siccità si sono esaurite le acque colatizie e prima che le pioggie le abbiano ripristinate, in egual modo dei rii alimentati solamente da sorgenti,! quali raggiungono le forti magre nell'autunno inoltrato; ma non appena sopraggiungono le pioggie riacquista il carattere torrentizio. Quindi le sue forti magre debbono ricercarsi non in base alla massime magre assolute delle sorgenti, bensì allo stato ili queste dopo il più lungo periodo di siccità probabile.
   La piccola portata che aveva nel settembre 1902, al suo sbocco nel Tronto, rappresentava una magra molto avanzata, che di poco poteva ancor essere superata. Mancando però qualunque indicatore degli antecedenti stati del torrente, non possiamo dare un giudizio esatto sulla maggiore decrescenza che poteva subire fino al novembre successivo, se più tardive fossero state le pioggie autunnali, e solamente, stando alle informazioni dei mugnai del luogo, che asseriscono non aver mai avuto acque tanto scarse, possiamo ritenere esser lieve il possibile ulteriore decremento. Quindi, tenuto presente che lo acque dell'alto corso, sebbene molto frazionate, sono tutte di sorgente, e che la portata del 1902 essendo avvenuta dopo una eccezionale siccità, era prossima alla, magra assoluta, riteniamo che questa presso lo sbocco debba essere di................m* 0. ISO.
   Il Castellano va esaminato in due punti speciali: cioè, prima delle sorgenti di Castel Trosino e dopo.
   Il suo corso a monte di queste è consimile ai vari torrenti di montagna dell'alto Tronto, per cui non occorre ripetere le considerazioni che valgono a determinarne la massima magra, la quale si indica in m* 0.200 che può avvenire tanto in settembre, quanto nei due successivi mesi, se perdurasse la siccità.
   Nel tronco a valle invece, bisogna ricercare la minima portata delle sorgenti nel momento in cui le acque colatizie sono nella loro maggiore decrescenza, poiché tendendo le due magre a raggiungere il loro massimo nell'estate inoltrata e nell'autunno, continuando simultaneamente a decrescere se non sopravvengono pioggie, è evidente che il minimo della loro somma si avrà quando le prime saranno più depresse, essendo impossibile in seguito, dopo le pioggie. autunnali, che gli incrementi pluviali non compensino le ulteriori decrescenze delle scaturigini.