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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
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CAPITOLO Vili. Sorgenti.
Xel bacino ilei Tronto molte sono le sorgenti, alcune di acqua comune ed altre variamento mineralizzale, fra le quali due godono rinomanza, acquistata fin da tempi remoti per le loro proprietà idroterapiche, ed una per aver servito all'estrazione del sale comune. Le più copiose poi, forniscono l'energia a diverse industrie.
Ampio sarebbe adunque il campo nel quale spaziare per studiare l'idrologia di tutto il bacino. Ma appunto perché tanto vasto, ritorna difficile il farlo, poiché per potere presentare la particolareggiata descrizione di tutte lo piccole polle, molte delle quali sono situate iu regioni di difficile accesso o chiuse fra i più alti monti dell'Appennino centrale, occorrerebbe un tempo assai più lungo di quello disponibile, che si potrebbe trovare soltanto togliendolo allo studio di argomenti di maggior importanza, oppure sopprimendo qualche serie di misurazioni delle portate, il che non sarebbe stato consigliabile. Miglior partito ci sembrò perciò di rivolgere le nostre cure soltanto alle scaturitimi degne ili nota per l'attuale loro uso o per qualche altro probabile.
Presentiamo quindi la descrizione di tutte le grosse e mediocri sorgenti e trascuriamo quelle piccole, tranne le poche che s'incontrano sul cammino di quelle maggiori, procedendo in ordine discendente, dall'alto del bacino al mare ed interpolando quelle sui torrenti laterali, man mano che questi incontrano l'arteria principale.
Dobbiamo avvertire intani^ che per alcune sorgenti, cioè per quelle solfuree di Acquasanta e di Paggese, e per quelle salate di Mozzano e della Bretta, saremo costretti di unire alla descrizione l'esame della loro idrologia, il quale se si riportasse nel capitolo seguente, perderebbe nella chiarezza.
Sorgenti della ralle l'escara e delle Mole, di Accumuli — Ai piedi della collina su cui sta il paese di Accnmoli, il Tronto accoglie il tributo della valle predetta, la quale veramente si chiama Pescara soltanto nel tronco che sta prima dello sbocco in essa del fosso di Terracino, mentre dopo dicesi delle Mole Essa convoglia perennemente una portata non inferiore a lòti litri al 1 di fresca e limpida acqua, che s'intorbida appena per poche ore durante le dirotte pioggie. Due sono i rami che compongono la valle: la Pescara, che riceve le sorgenti dell'Acqua Cerasa, ed il Terracino con alcune piccole polle presso l'omonimo villaggio.
Di quest'ultimo è superfluo dire di più, perchè le sue sorgenti scendono a cosi piccole portate da essere sufficienti appena per gli usi domestici del prossimo borgo; della Pescara descriveremo la più importante polla del gruppo dell' Acqua Cerasa, denominata Spugnale, e daremo appena un cenno delle altre, che presentano un interesse molto limitato.
Sorgente. Spugnale. — Risalendo la valle Pescara fino alla quota di ut. 900 circa e poi abbandonandola per ascendere, all'ovest di essa, la costa fra il monte Scoglio Pecorino ed il monte Croce, la cui salita si imprende dopo passati sulla sinistra di quel fosso senza nome, interposto fra questi due monti, eh e quello che raccoglie le acque delle quali ci intratteniamo, si giunge ad un breve ripiano alla quota di m. 11S0 circa.
Qui il calcare cretaceo, che proviene dall'alto dei monti, è in contatto, anzi comincia ad essere ricoperto dalle roccie arenacee e scistose, eoceniche, impermeabili, che riempono in basso quasi