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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il paese trovasi alla quota ili in. 3!i2 (piazza principale), mentre bagni sono più in basso, cioè a ni. 360 circa sul mare e appena una diecina di metri sul letto del Tronto.
   Scendendo una ripida rampa o percorrendo una buona, ma più lunga strada rotabile, si perviene ad un ripiano, ove sono diversi fabbricali. Da uno ili questi, che è quello delle Terme, si passa subilo in una grande grolla naturale, seguita da alquante caverne che costituiscono il passaggio pel quale le acque solfuree vengono all'aperto. La prima grotta, ampia circa m- 300, di forma irregolarmente circolare, con un sedile in muratura che gira attorno a tre pareti. ha in fondo un'apertura dalla quale si passa in altra caverna, lunga circa m. 60, relativamente stretta, con due passaggi ai Manchi, per i quali si .......le a due antri asciutti e ad uno più
   angusto, in fondo, che dà adito ad un'altra caverna, scoperta da qualche anno appena, lunga, dicono, m. 101-, larga irregolarmente ila 1-2 a 20 metri ed alla da IO a 18, con vuoti laterali, che sembrano gallerie. Quest'ultima caverna ha sul fondo un denso strato di fanghiglia e l'acqua vi raggiunge più di 1111 metro di altezza. L'aria poi vi circola calda e densa di anidride carbonica e di acido solfidrico, tanto che corre pericolo di vila chi sì accinge imprudentemente ad entrarvi senza le più grandi precauzioni e quando le perturbazioni barometriche lasciano prevedere qualche vicino cambiamento nella direzione dei venti.
   Questa serie stranissima di ampie caverne e di stretti passaggi, costituisce un assieme fantastico clie diletta il visitatore, ma che oppone insormontabile ostacolo nell'esplorazione delle parti più lontane ed anche per conseguenza del punto ove si trovano le scaturigini.
   In questi ultimi tempi veramente, sia per maggior audacia, sia per mutate condizioni dei luoghi, qualche progresso nella ricerca si è l'alto, ma non (ino agli sboccili, tallio che ancora ignorasi da quale roccia l'efflusso avvenga.
   Se le caverne esplorate fossero aperte lungo una linea retta, la loro parte più profonda sarebbe distante dall'imbocco 111. 1S0 circa e quindi altrettanto percorso si sarebbe fatto per avvicinare, il luogo delle scaturigini ; seguendo esse invece una curva, la cui corda è di circa 111. 120, più breve è il progresso reale. In 1111 prossimo avvenire l'orse si esplorerà qualche altro tratto se, come è intendimento ilei proprietario, si ridurranno a stufe gli antri laterali della più grande caverna, liberandoli dai gaz deleterii e formandovi uu passaggio all'asciutto.
   Prima di continuare nell'esame delle condizioni naturali di queste tenne, conviene tracciarne la storia fisica, onde più facile sia comprendere la ragione di alcuni fenomeni speciali che richiedono spiegazione.
   Sappiamo già dalla descrizione geologica dal bacino, che i dintorni immediati di Acquasanta sono costituiti da calcari vari, prevalentemente marnosi, circondati dalle arenarie associate a scisti argillosi che riposano sopra la scaglia del cretaceo, la quale affiora per un tratto nell'alveo del Tronto, sulla sua riva sinistra e in qualche vallecola laterale. Le roccie predette però, tanto nel luogo ove è edificato il paese, quanto su discreta estensione verso Ascoli, sono ricoperte da un potente deposito di travertino, che, tagliato in qualche punto verticalmente dalla via Salaria per l'altezza di circa 4 metri, lascia vedere entro l'abitato una disposizione a sottili banchi quasi orizzontali, mentre in generale è costituito da potenti strali e da massi compatti.
   Questi due diversi modi di giacere fanno pensare che la valle sia stala sbarrata due volte, formando dei ristagni d'acqua. La prima volta una diga naturale si elevò dal l'ondo del Tronto fino alla più alta quota del travertino, immagazzinando con quelle del liume. le acque solfuree. che originarono la massa principale di detta roccia, lasciando precipitare tranquillamente il carbonato di calcio contenuto in soluzione dall'acqua sulfurea, ma diluito da quella comune del fiume. La seconda volta lo sbarramento fu più ristretto, e forse interessò solamente la valle prossima ad Acquasanta d'onde scendevano le acque sulfuree: in ogni modo fu molto più basso, tanto che l'evaporazione potè concentrare la soluzione dei bicarbonati di calcio e renderne più rapida la deposizione, formando