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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ITI
   Sorgenti della sponda destra.— Uno stradello al sud di Castel Trosino, conduce ripidamente, quasi a precipizio, all'alveo del Castellano, al principio del campo delle scaturigini.
   I4 l'olla. — Questa si trova entro l'alveo stesso, rasente la riva destra, appena qualche decimetro sopraelevata al livello ordinario del torrente e sorte dalle sabbie, in varie scaturigini, raccogliendo circa 100 litri al 1 di acqua limpidissima, incolora, senza nessun sapore apprezzabile, né alcun odore. La dicono sulfurea perché li vicino si avvertono emanazioni di acido solfidrico, il quale invece proviene da una vera polla solfurea, che sgorga poco più in giù. nel medesimo canale che conduce al fiume le acque dolci della precedente.
   Sembra a bella prima che la portata dipenda da infiltrazioni del Castellano nella ghiaia e sabbia dell'alveo; ma la inalterabile limpidezza, il sapore sempre uguale, e la temperatura dell'acqua trovata costantemente di 17, tanlo se quella del fiume ne segnava 11 o se saliva a 22. uguale inoltre a quella della massima parte delle sorgenti che poco a valle scaturiscono dalla viva roccia, dimostrano la sua origine di profonda circolazione.
   2* l'olla. - Pochi metri dopo, una lieve filtrazione di acqua ferrosa, di sapore marcatamente astringente ed a temperatura di IN, va al torrente tingendo in rosso il solco aperto nelle ghiaie alluvionali.
   3 'Polla.— Ad altri 100 metri circa di distanza ed a 2 metri sull'alveo, scaturisce fra i massi franati del travertino una polla della portata di circa 1 litro al 1 di acqua a 19° con sensibile odore e sapore solfureo, non astringente, limpidissima nel bicchiere, ma con leggera tinta turchiniccia nella massa; forma depositi biancastri di solfo alogeno nel canale ili scarico.
   4* l'olla.— Proseguendo ancora per 10 metri, lungo la valle, si incontra un'altra polla solfurea di eguali caratteri fisici della precedente, tranne una minore portata ed un'altitudine maggiore di alcuni metri.
   .>• Polla — Molto prossimamente a quest'ultima ed a 5 metri circa sopra l'alveo, dagli interstizi fra alcuni banchi di travertino, dislocati da qualche frana, erompe violentemente un grosso volume di acqua di colore turchiniccio in massa, ma limpidissima ed incolora nel bicchiere, con la temperatura di 18°. 5 ed il sapore dell'idrogeno solforato, il quale si rivela pure dal suo odore tipico, che si spande nei dintorni, e da una pellicola di solfo bianco terroso, che si forma sul .fondo e sulle pareti del canale.
   L'anidride carbonica non si riconosce in alcun modo, non producendo l'acqua la ben nota sensazioni' frizzante al palato e le bollicine gaz/.ose, solite a svolgersi quando vi si trova sciolta anche in piccola quantità. Cosi pure sembra non contenga sali di l'erro.
   L'acqua precipita subito fra i massi rotolati e raggiunge il torrente, senza presentare un tratto opportuno per misurarne la portata, che si dovette dedurre per apprezzamento, stimandola non inferiore ai 200 litri al 1.
   Abitualmente è usata dalle lavandaie che la trovano meno dura di quella del fiume e sempre pulita.
   ti* l'olla. — A pochi passi dalla precedente ed a livello alquanto più alto, sgorga un cannello di ottima acqua ferruginosa a 18 di temperatura, della portata di un quarto di litro al 1''.
   Sembra perù che prima fosse molto più abbondante o che un'altra sorgente, per tradizione ritenuta solfurea, vi sgorgasse, come dimostra un piccolo cratere, ora asciutto, ed un antro nella parete, o cunicolo, liscio ed arrotondato, con tracco ili solfo, che versava in un bagnetto quasi intieramente diroccato.