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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   fi. Alquanto dopo, a quattro metri sul Castellano, sgorga la sesta polla, con temperatura di 17°, sapore debolmente sull'ureo n con cinque litri di portata al I.
   7. Al piede del grosso banco di calcare scaglioso che affiora presso la sponda del fiume, costituendo. come abbiamo già detto, una rupe a picco, appoggiato sopra un altro banco alto m 0. liO, che sporge in fuori orizzontalmente per alcuni metri, formando un largo scalino, erompe la più interessante polla di tutto il gruppo, la quale, posta a 3 metri sopra il livello di magra del torrente, sembra che si sia stentatamente aperta la strada fra i due banchi di calcare ed abbia formato un lungo e stretto cunicolo, d'onde esce con violenza, conservando allo sbocco un certo potere ascensionale.
   Giunta all'esterno scorre sullo scalino predetto e ne stramazza per passare prima in un rudimentale recinto ad uso di bagno, contornato da frasche e poi per scaricarsi nell'alveo con tortuoso canale, unendosi in parte ad altra polla di cui ora diremo.
   L'acqua, a 17°, è debolmente sulfurea, come le precedenti consimili di già descritte, con portata di 25 litri circa al secondo, aumentabile di altri 2 litri, dovuti ad una diramazione che sfugge due metri più a monte sullo stesso scalino.
   S. Proseguendo per altri trenta metri a percorrere la sponda sinistra del Castellano, sempre ai piedi del predetto grosso banco di calcare scaglioso che continua a mantenersi a picco, unendosi anzi al sottostante, che cessa di sporgere a scalino, s'incontra, proprio sul greto, a qualche decimetro appena sul livello di forte magra, una grossa polla dotata di discreto potere ascensionale, la quale quasi subito si unisce con parte dello scarico della polla precedente, formando un solo canaletto, che dopo alcuni metri di percorso raggiunge l'alveo del torrente.
   I/acqua di questa polla, col solito sapore sulfureo, presenta la particolarità di formare deposito di solfo bianco e di essere a 18 di temperatura, invece che a 17. come tutte quelle della sponda sinistra del Castellano, finora esaminate. La sua portata apparente è di Iti litri al 1.
   9. Presso l'incontro degli scarichi delle due ultime sorgenti descritte, entro un piccolo bacinetto che essi formano, erompe una grossa polla, che s'innalza di alcuni centimetri sul livello di quiete.
   La sua acqua si mescola con l'altra impedendo di riconoscerne i caratteri esattamente. Però il miscuglio rimane egualmente a IN, il che dimostra come i due sbocchi appartengano ad una medesima vena.
   Tutte le polle finora descritte sulle due sponde del Castellano hanno acqua limpidissima.
   La portata di esse è difficilmente valutabile, sia perchè subito si versano nel torrente e sia principalmente perchè scorrono fra le balze o sotto i detriti.
   Quella che abbiamo indicata ora rappresenta soltanto un grossolano apprezzamento. La misurazione diretta non si potè fare che in forma complessiva, comprendendovi anche le scaturigini subalvee. Di essa presentammo di già i risultali nell'apposito capitolo.
   Volendo ora riepilogare quanto si è detto sulle sorgenti presso Castel Trosino, si può concbiu-dere che scaturiscono 1-1 polle d'acqua comune, alla temperatura di 17, con la portata media complessiva apparente di 250 litri al I in cifra rotonda; 10 polle di acqua sulfurea delle quali 1 a 17° con la portata complessiva di flO litri al 1, una a 17°. 25 con 50 litri di portata, 2 a 18° con circa 30 litri, 1 a 18°. 5 con 200 litri e 2 a 19° con meno di due litri di portata; ed infine tre polle di acqua ferruginosa, con uu litro al 1, in totale, a temperatura di 17° e 18°; formando cosi definitivamente un complesso di scaturigini della portata apparente media di m3 0. 60O.
   Sappiamo inoltre, per quanto risultò dalle misurazioni dirette fatte nel Castellano, che altra acqua entra in questo in forma subalvea, nel medesimo tronco ove stanno le polle ora descritte.