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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
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Sotto Io scarico del serbatoio altri opifici ricuperano l'acqua, della quale si vale pure qualche piccolo orto.
Le acque del Tordino, dopo riunite a quelle della Vezzola. sono in ultimo largamente usate per Irrigazione, la quale si esercita nel tronco a valle della strada che dalla stazione ferroviaria di Notaresco conduce al paese, attraversando il fiume.
Due canali si staccano, uno a sinistra, lungo circa 1(1 chilometri, detto, dal nome dei proprietari: * Savini-Kossi, Cicchetti, Acquavi va, , capace di irrigare circa 3(50 ettari di campagna ; l'altro a destra, detto : * De Vincenzi „, lungo un po' più di i chilometri, può irrigare circa 200 ettari. Entrambi animano prima alquanti ruolini.
Sul migliore impiego delle energie ancora disponibili nell'intiero bacino, nulla possiamo dire, trattandosi di piccole forze molto suddivise, da non lasciar luogo a grandi industrie. Certo egli è che se per l'illuminazione di Teramo invece che alla Vezzola si fosse rivolta l'attenzione al Tonfino, avrebbesi avuto molto probabilmente risultati migliori. Allora però tanto valeva ricorrere al Vomano, nel tronco sopra Molitorio, per ricercarvi energia sufficiente a molti altri usi. come già abbiamo detto studiando quel fiume.
Relativamente all'irrigazione, ci sembra che non si possa estenderla maggiormente, perchè l'avere riscontrato il 2 settembre 1902 appena S litri di portala nel fiume presso la foce, significa che tutta la rimanente acqua era consumata sui campi e che la poca scorrente rappresentava scarse rinascenze
Rimane soltanto da accennare alla concimazione naturale, da ottenersi spandendo sui campi atti a riceverle, lo acque dal fiume quando sono cariche di torbido, onde ve le depongano, come usa il senatore De Vincenzi nella tenuta di Rosburgo, col Vomano. Egualmente potrebbesi imitarne, con le modificazioni opportune, la sostituzione della forza idraulica a quella animale nei lavori dei campi, pel quale uso si potrebbe fare assegnamento sopra una energia molto superiore a quella sopra riportala, ricorrendo i detti lavori nella stagione in cui i fiumi sono relativamente pingui. Si sottintende che oggidì non sarebbe più consigliabile la trasmissione telodinamica, potendo più convenientemente adottare i moderni trovati dell'elettrotecnica.
Regime. — Descrivendo la sorgente della Vezzola indicheremo l'idrologia della sola massa permeabile compresa nel bacino; parlando poi delle piccole pollo del tronco inferiore del Tordino, diremo delle scarse acque perenni derivanti dai banchi di ciottoli quaternari. Ora rimarrebbe a dire degli stillicidi dello rocce impermeabili, coi quali si forma la portata perenne del Tordino stesso avanti la confluenza della Vezzola.
Di questi però tanto ne abbiamo discorso nel presente ed in precedenti volumi, che una noiosa ripetizione sembrerebbe il dimostrare nuovamente la ragiono per cui nelle alle montagne possono a lungo conservarsi acque di superficiale infiltrazione, anche dopo che nello più depresse zone sono affatto scomparse.
Preferiamo accennare solamente come l'altezza di pioggia stesa su tutto il bacino, necessaria a mantenere la portata di forte magra, sia di mm. 19. E ciò per aggiungere un nuovo dato a quelli già trovati e mettere fra loro in confronto bacini diversi per altitudine e natura, affinchè sempre più risalti come con l'aumentare dell'altezza media delle zone montuose costituite da formazioni impermeabili, aumenti [iure la portata perenne e per conseguenza anche il coefficiente di pioggia necessario ad alimentarla, la quale non è provocata da circolazione sotterranea, ma solamente dagli stillicidi quasi superfieiali, che non si esauriscono cosi facilmente, come nelle zone meno elevalo.
Sorgenti. — Nel bacino del Tordino poche sono le sorgenti che meritano di essere descritte e cioè una di forte portata nell'alveo della Vezzola ed alcune piccole sulle rive del Tordino stesso,