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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Queste portate, già di forte magra, potevano certamente diminuire rincora se la siccità del 1902 avesse perdurato. Tale decrescenza non è però facilmente determinabile mancando qualunque dato in proposito, persino le informazioni locali, per cui non conviene concretarla con numeri, ma appena dirne la probabile proporzione, che si ritiene del 20 per cento sulle portate predette.
   Forza motrice e utilizzazione delle aeque. — Dai risultati delle misurazioni delle portate e dal calcolo delle pendenze, chiaramente appare come ben poca forza motrice si possa produrre con le acque della Vibrata e piccolo vantaggio ritrarne, oltre quello presente di animare alcuni molini a lavoro continuo nell'ultimo tronco, ed altri saltuariamente nei tronchi superiori, lino a quando la siccità non ha asciugato l'alveo.
   Quindi nessuna proposta di nuovi impianti sembra opportuna, e nessun'altra utilizzazione si può prevedere, tranne quella di rivolgere all'irrigazione di pochi ettari di campagne litoranee le acque, dopo che sono stale restituite dall'ultimo inolino.
   Regime. — Per le medesime ragioni non appare necessario alcuno studio sul regime generale del bacino, bastando un breve cenno sull'idrologia delle formazioni che alimentano le sorgenti perenni, che porremo di seguito alla descrizione di queste.
   Sorgenti. — Sappiamo di già che il fiume Vibrata riceve un primo e lieve tributo dal versante nord est della Montagna «lei Fiori e propriamente dalle pendici del monte Girella, ove alcune piccole polle scaturiscono fra i detriti calcarei delle valli.
   Sappiamo inoltre che durante le prolungate siccità estive, cessano pure questi tributi, che si disperdono nel profondo riempimento alluvionale e che qualche piccola inliltrazione subalvea si consuma per evaporazione nel primo tronco, avanti di giungere al ponte della strada provinciale Ascoli-Teramo, ove nel settembre 1902 il letto del fiume apparve assolutamente asciutto e tale si mantenne fino di fronte a Nereto. Da ciò possiamo arguire che non molto numerose e potenti possono essere le sorgenti nel bacino, e realmente di esse poche ne esistono, quasi tutte entro l'alveo o poco distante.
   Re prime, non tenendo conto delle trapolazioni attorno alla Montagna dei Fiori, che si sperdono completamente, e che sol con opere murarie potrebbero essere raccolte, sono le due dette di Ripaldi, nelle vicinanze di Nereto, seguite da alquante ancora, le quali riunite rappresentano una mediocre portata di magra, non proporzionata all'ampiezza del bacino, ina superiore a quanto le condizioni dei tronchi superiori potevano far supporre.
   Di tutte (piante vorremmo ora presentare una descrizione completa, ma noi facciamo che per due solamente, cioè per le Ripaldi, che sono ben determinate, mentre per le altre quasi subalvee o che nascono in forma di acquitrini, nei rigogliosi prati vallivi, ci conviene contentarci di aver indicata la portata complessiva.
   Sorgenti Ripaldi. — Appena oltrepassale le ultime case di Nereto, sulla strada che conduce alla stazione della strada ferrata, s'incontra uno stradello il quale con meno di un chilometro raggiunge la Vibrata e passa sulla sponda destra di questa, proseguendo ancora per breve tratto nella valle alluvionale, per finire contro una specie di rupe che segna il limile di quella lunga serie di colli, costituiti da sabbie e ciottoli, interposti fra la Vibrata stessa ed il Salinello.
   Ai piedi di tale rupe, tagliata nei ciottoli, scaturiscono due polle fra loro distanti circa òO metri. Una, la più cospicua, ritenuta la migliore, anzi la sola buona per gli usi domestici, esce direttamente dai ciottoli e si raccoglie in un bacinetto naturale. L'altra trapela dalla terra pantanosa, fra le erbe, e si può osservare nel suo complesso, soltanto dopo che si è raccolta nel canaletto di scolo.