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Carta Idrografica d'Italia
Sangro - Salino - Vomano - Tronto - Tordino e Vibrata
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Tipografia Nazionale di G. Bertero & C., 1903, pagine 209
209
Superficie dei calcari Portata coin p tossiva delle acque perenni (media) Media pluviometrica Allessa di pioggia assorbita per alimentare la portata media RapporU fra la pioggia caduta e quella assorbita
lem' m» nini. min.
1° gruppo del frran Sasso d'Italia.......... 831) 36 1 550 1 368 0.883
2° ¦ Nuria-Sirente............... 1 500 28 1 500 5*7 0.364
3 » della Majella............... 1 200 24 1 500 631 0.421
4° • della Meta................ 1 500 45 1 400 <>46 0.876
T tali e medi* generali . . . 5 030 131 1 478 821 0.555
Le cifre di questo quadro svelano altre anomalie fortissime nei valori parziali, oltre quelle di già indicate, ina esse come le precedenti, sono soltanto apparenti.
Infatti le più torti si riscontrano fra il primo ed il secondo gruppo, cioè fra il Gran Sasso ed il Sirente. Sapendo però, da quanto ne abbiamo detto nel volume 27° di queste Memorie, cbe la ricca sorgente Capo Pescara, con circa in' 7 di portata media, scaturisce alle falde estreme del Gran Sasso, mentre è alimentata dal gruppo del Sirente, ben si scorge come attribuendo ad ognuno di questi gruppi le proprie acque sotterranee, i due primi numeri dell'ultima colonna diverrebbero 0. 711 <• 0. 41)2, ossia ancora sensibilmente differenti, ma non più cosi sproporzionatamente come prima, quando rasentavano l'assurdo. E meno ancora tale sproporzione apparirebbe, se si considerasse cbe nel Gran Sasso vi sono alcuni bacini i quali non banno per cosi dire acqua di circolazione superficiale, potendo tutte le pioggie essere assorbite dalle pendici montuose o dagli ampi altipiani ed avvallamenti colmati dai detriti calcarei. Cosi il bacino del Tirino, a monte delle sorgenti di Cape-strano, con una superficie ili circa km 300, non lascia scorrere acque superficiali, nemmeno nei forti temporali ed egualmente si comportano le vallate attorno al monte Como, i piani di Pietran-zoni e di Campo Imperatore, ecc. Quindi quella parte di pioggia che negli altri sistemi montuosi corre direttamente agli alvei, in questa catena nella massima parte non vi perviene, e si aggiunge a quella d'infiltrazione sotterranea.
La differenza ultima fra le cifre ora dette, e cosi pure quella col gruppo della Majella, è perciò dovuta alle condizioni speciali delle singole zone, nelle quali per isolamenti di masse calcaree, per grandi fratture solcate dai fiumi ed altri simili irregolarità, può l'acqua sotterranea sfuggire in parte alla profonda circolazione, come molta di quella esterna può accumularsi con questa.
Giunti a questo punto riteniamo non convenga inoltrarci in altre ricerche più minute, le quali non sarebbero troppo in armonia con le cognizioni che si possiedono sugli elementi necessari ai calcoli, ossia sulle nozioni esatle delle vicende meteoriche della parte d'Italia che abbiamo esaminata.
FINE DEL VOLUME