Stai consultando: 'Il Comune Teramano nella sua vita intima e pubblica', Francesco Savini

   

Pagina (357/635)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (357/635)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Cap. XXI - Sua costituzione oligarchica nel per. del patriziato (1507-1770). 335
   anzi poco appresso subì una lieve metamorfosi, che noi qui narreremo con la scorta del Muzii (i), secondochè da costui riferisce l'Antinori (2): « Nel 1572 era durato dieci anni il Magistrato dei « quattro scelto dai Quarantotto Cittadini migliori, ma se ne co-« minciò a parlare prò e contro. Dicevano quei del ceto, che le « cose pubbliche andavano bene, e che si era talora fino veduto, « che essendo due di diversa fazione, i Magistrati, deposti gli odj « privati fuori della porta del Palazzo pubblico, dentro esso ragio-« navano, e si consultavano insieme per beneficio universale. Ma « dicevano gli altri Cittadini, i quali non contati nel numero, vece nivano riputati plebei, di voler anch' essi, come soggetti ai pesi, « essere partecipi dell' onore. Se ne ricorre al Tribunale dell' U-« dienza, e da quello si mandò in Teramo Giulio Cesare Mon-« forte, uno degli Uditori della Provincia. Costui osservati i registri « de' Parlamenti, e de' Consigli, prese informo dai Canonici, e da « altri Preti sentiti ancora i Cittadini principali, fece dal primo « numero una riduzione a sole ventiquattro persone, e determinò, « che il Magistrato fosse quadrimestre, e scelto da esse, le quali « avessero 1' autorità e la potestà di convocare parlamento gene-« rale, di eleggere gli Ufficiali, e di determinare le cose pub-« bliche ». Tale riforma durò appena due anni; e come si tornasse all'antico continua ad informarcene l'Antinori (3), altresì sulle tracce del Muzii (4). « Nel 1574, scrive egli dunque, tuttoché « ne' due anni vicini a terminare si fossero portati con armonia « in Teramo i Magistrati quadrimestri, scelti dai ventiquattro di « Reggimento, a segno, che rarissimi furono i dispiaceri nelle bus-« sole. Nondimeno perché il Monforte aveva dal numero dei ven-« tiquattro escluso i Dottori di Leggi, ratinato parlamento generale, « si rimise in piedi il Reggimento dei Quarantotto, il quale fu poi « continuato. Si disse che in quel maggior numero veniva ad « avere più di parte il Popolo, e meno la maniera aristocratica. « Taluno era d' opinione, che per mantenere la restrizione, anche « dopo il ristabilimento de' Quarantotto, si fossero seguiti ad eleg-« gere i ventiquattro scelti i più da bene, e i più anziani da cia-« scuna delle famiglie principali, ma si scegliessero dal pubblico, « avendo riguardo ali' abilità della persona. Quei del Reggimento
   (1) MUZII, Dial.ch., parte II (inedita), dial. i°, p. 62, ap. ANTINORI, come segue.
   (2) ANTINORI, Mem. mss. cit., ad an. 1572.
   (3) ANTINORI, Mem. mss. cit., ad an. 1574.
   (4) MUZII, Dial. cit., parte II, dial. i°, pp. 66-71, ap. ANTINORI, sudd.

Scarica