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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Cap. XXIII-Sua azione contro la feudalità nel per. delpatriz. (1507-1770).
   vita, come già si narrò (cap. xxi, § i), e il pericolo della feudalità crebbe maggiore, per esser noi caduti nella triste sorte delle altre provincie del regno napoletano, nelle mani cioè de' re di Spagna, avidi solo di trarre frutto dalla nuova conquista e pronti quindi a venderci al miglior offerente, il civico maestrato si dette tutto a provvedere allo stato novello. In quello stesso anno 1518 esso spedi in Napoli, col consenso del parlamento, tre messi, tra cui un Pier Giovanni Santacroce, sia per fare omaggio a Raimondo di Cardona, viceré per la Spagna, sia, e forse più, per ottenerne guarentigia di demaniale libertà ; ma i nostri dovettero tosto comprendere che non era più quello il tempo degli indigeni e benevoli sovrani; giacché il viceré disse loro che, non avendo egli la sufficiente autorità per far tanto, ne avrebbe riferito al re cattòlico (il futuro imperatore Carlo V), e poi a nome de' novelli sovrani lor dette in iscritto la seguente risposta riferita dal Muzii (i) e che, per fornirci essa una viva immagine dello stato nostro municipale e politico, stimiamo qui utile riportare per intero: « loanna Regina (2) « et Carolus Rex Castellae Aragonum utriusque Siciliae etc. Ma-« gnifici nobiles et egregii Viri fideles Regii dilecti. Havemo ri-« ceputa la lettera vostra per li Nobili Magnifici Pier loanni (Santa-« croce), Berardino (di Cola di Astolfo) e Notar Angelo (del Monte) « vostri Sindici, et inteso quanto li predetti Sindici n' hanno rife-« rito, et narrato per parte di questa Università. E perché finché « non habiamo risoluta risposta dal Cattolico Ré nostro Signore « non ve potemo dare^ risoluta espeditione in le cose, che ne sup-« plicate, et in le instruttione, che detti Sindici ne hanno presen-« tate. Et havuta la risposta dal predetto Cattolico Re Nostro « Signore in tutto quello che si potrà beneficare et ben trattare «questa Università lo farimo. Et interini volimo che in tutte le « cose che questa Università teneva e godeva in tempo della morte « della Serenissima Regina, si del Regimento della Città, come « de omne altra cosa, non ve sia innovata cosa alcuna finché per « la predetta Maestà Cattolica, o per noi fosse altramente provisto « et ordinato. E cosi lo ordinamo et commandamo a tutti i sin-« gol! officiali majori et minori a chi spettarà, et la presente sarà « presentata, che non vi debiano innovare, né fare innovare cosa « alcuna, fino ad altro ordine di sua Altezza, o nostro. E non si « faccia il contrario sotto pena della Regia disgrazia, e di ducati
   (1) MUZII, op. cit., dial. 6°.
   (2) La nota Giovanna la pazza, madre di Carlo V.

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