Cap. XXVI - Sue condizioni nel periodo del patriziato (1507-1770).
il Palma (i) la rifiuta come troppo poetica e non conforme al vero e da invece della festa una propria descrizione minuta e eh' egli dice attinta alle informazioni dei testimoni di veduta tuttora viventi ali* epoca della gioventù di lui, nato nel 1777. Possediamo in fine un' altra relazione, fatta nel secolo xvn, ed esistente inedita presso l'Antinori: noi preferiamo riportare qui quest'ultima e perché non ancora stampata e perché appartenente al colmo del periodo, di cui ci stiamo intrattenendo. Inoltre ognuno può andare a leggere nelle due edizioni del Palma quella più compiuta di questo autore. L'Antinori dunque compendiò quella relazione in questa forma (2) : « Dopo che per quindici sere prece-« denti (il giorno di S. Anna) con lamburri, bandiere e lumi anno « i giovanetti per la Città fatti fuochi di Canne e di viti, accla-« mando S. Anna nella festa di essa tutto il popolo prende le armi, « e fa unione nel proprio Quartiere: Quello di S. Giorgio il primo « procede in una schiera di cento armati tra' quali un Capitano « di rotella, Alfiere, ed altri ufficiali, tutti vestiti a rosso, e tinti « nello stesso colore la faccia, e le mani: Gira due volte per la « piazza, sparando schioppi caricati a sola polvere, e chiudendo la « schiera una macchina rappresentante un Drago alto dodici palmi, « e lungo cinquanta, portato da uomini in simbolo della infedeltà, « esprimente il trionfo riportato di quella.
« Comparisce poi la schiera del Quartiere di S. Maria, d'egual «numero, ma di vestiti, e tinti a nero; gira la Piazza cogli stessi « spari, e conduce la Macchina di un Elefante con torre sopra, « in simbolo di Fortezza nella fede trionfatrice d' essa infedeltà.
« L' altro di S. Leonardo fa lo stesso, ma fa portare da cin-« quanta persone una Galea, nella quale Capitano, Paggio, tromba, « tamburro, Cannoni rappresentante la navicella di S. Pietro flut-« tuante, ma infine trionfante dell' Idolatria.
« Tutte tre quelle schiere si pongono in mezzo alla Piazza, « pugnano fra loro, fino a che sopravviene un Carro grande gui-« dato da quattro Cavalli finti ma condotto da sottoposti uomini « del Quartiere di S. Spirito. Siedono sopra di quello dodici Ninfe « presso ad una mensa imbandita di delicate vivande. Si denomina « Carro di Pace, ed è preceduto da schiera di cento vestiti alla « Tedesca, con in mano picche, alabarde, e fiaschi di vino, be-« venti, scherzanti e motteggiami in Tedesco. A vista di essi cessa
(1) PALMA, op. e loc. cit.
(2) ANTIX-ORI, Meni. inss. cit., art. Tcramo, ad an. 1657.