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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
Francesco Savini
Forzani e C., 1895, pagine 612

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   4'0 Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
   i capi vittoriosi a deliberare la seconda invasione del regno di Napoli; ed all'accostarsi loro ai confini, il nostro Consiglio decu-rionale si tenne pago a provvedere soltanto alla pubblica sicurezza, armando una guardia civica, cui ebbe cura però di affidare a capi saggi e prudenti, scelti fra i migliori cittadini. Del resto esso avea dovuto, siccome gli altri comuni, fornir d'armi e di corredo i nuovi cosi detti reggimenti provinciali destinati alla difesa del regno (i). In ogni modo l'occupazione di Terarno per parte dei Francesi segui pacificamente nel febbraio del seguente annoi8o6(2). Fu tosto dopo instituita un'altra milizia detta legione provinciale, che poi nel 1807 mutò nome in guardia civica provinciale (3).
   7. La dominazione francese, rappresentata nel regno prima da Giuseppe Buonaparte e poi da Gioacchino Murat, durò dal 1806 fino al 1814. In quel primo anno fu promulgata la nuova legge provinciale e comunale, di cui, com'è di ragione, terremo discorso nel capitolo dell'organismo (cap. xxx); non parleremo però degli altri avvenimenti seguiti sotto quella dominazione perché di natura non comunale. Posto pertanto fine a quella signoria per opera delle truppe austriache alla battaglia di Macerata, Teramo, rimasta priva di qualsiasi milizia e quindi, come in altre simili congiunture, abbandonata a sé stessa, dovè pensar da sé ai casi proprii. II sindaco, che nel 1814 era Sigismondo Savini, vi provvide efficacemente in-stituendo una guardia di scelti cittadini ed avendo il coraggio, come scrive il Palma (4), di fare appiccare su pe' canti delle vie il bando del reduce Ferdinando IV. Tale atto salvò invero la pace pubblica, come l'avrebbe salvata nel 1799, quando, siccome abbiamo narrato (§ 4), mancarono tale coraggio e tale concordi;!. L'avvedutezza e la prudenza dello stesso magistrato seppero inoltre in quel frangente ovviare ad un altro grave pericolo. Era nato un malinteso, come lo chiama il Palma (j), insinuato da un malvagio forestiere, fra i popolani e i civili ; e questi ultimi, temendo un rinnovamento dei saccheggi e degl'incendi! seguiti nel 1799, sursero armata mano in piazza. Il Savini allora, postosi in mezzo all'onda minacciosa, seppe con acconce e paterne parole dissipare i dubbii e i mali umori e, senza danno veruno, tornar gli animi agitati ali' usata quiete. Frattanto gli Austriaci si appressavano alle porte
   (1) PALMA, op. cit, voi. Ili, p. 261.
   (2) PALMA, op. cit, voi. Ili, p. 267. (}) PALMA, op. cit, voi. Ili, p. 273.
   (4) PALMA, op. cit, voi. Ili, p. 288.
   (5) PALMA, op. e loc. cit.

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