vuoi vedere e udire, vieni con me ». Queste testi/ monianze adducevano gli schiavi, per volere il segno. E allora Sebastiano balzava a ghermire con mano terribile l'anima dei miseri. Egli mede/ simo evocava il Risuscitato, sembrava con la sua voce far presente il miracolo nell'ombra calda di aneliti. Come il pargolo nelle fasce, il cadavere era avvolto nelle bende. « Lazaro, vieni fuori! » Primo, fuor della pietra, sorgeva il ginocchio...
Le genou surgit le premier.
M'interruppi, perché avevo sentito il vecchio sussultare e levarsi.
Egli era in piedi davanti a me, sconvolto, senza colore, affannoso. Era l'uomo di fede, il servo di Dio, lo spettatore ideale a cui si manifestava il mio poema con le virtù della musica e dell'appari/ zione. Ebro, imaginai dietro di lui una molti/ tudine che gli somigliasse. E non volli dargli tregua. Anche la mia parola fu come il tizzo, che incendia la stoppia quando rinforza il vento.
Ora gli schiavi chiedevano di vedere almeno l'effigie. « Poiché tu hai abbattuto tutti gli iddii di sangue e di fango, alza dinanzi a noi l'effigie del dio nuovo, che possiamo conoscerlo, che possiamo adorarlo ! » Sapevano essi ch'Egli soleva
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