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Contemplazione della morte

Gabriele D'Annunzio
Il Vittoriale degli Italiani, 1941, pagine 124

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   e più celere. Gli dissi, con dolcezza figliale: « Io sono nato per vedere, per ricordarmi e per presene tire». Poi soggiunsi: «E forse attenderò me stesso fino alla morte ».
   Rimanemmo qualche tempo senza visitarci, perché io ricominciai a vegliare la notte e a doiv mire il giorno. Egli sapeva che la mia lampada era accesa e che avevo in serbo molto olio nel mio orcio. « Lo sposo dell'anima suole a mezza notte venire. Guarda che a dormire non ti truovi. »
   Una sera dello scorso febbraio, dopo conv piuto l'anno dall'ora del pianto e del legame, uno de' suoi figli mi giunse, inatteso; e mi disse: « Mio padre vuole vedervi. Non ha che qualche settimana o qualche giorno di vita. Esauditelo ».
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