fece spogliare d'ogni vestimento e colcare su la terra ignudo.
Il mio amico dedusse quest'ultimo esempio fin dal principio, non pel suo corpo ma per l'anima sua.
Spogliato di tutto egli era come mi pareva, non potesse mai uomo spogliarsi. E non gli restava se non quella «nuditate d'Amore» oltre la quale, in paragone di purezza, v'è soltanto la prima luce del mattino. Vidi presso di lui il volume della Imitazione chiuso. È certo quello il trat* tato del totale spogliamene: riduce in un pugno di polvere la sostanza in cui l'uomo più si conv piace, e senza pietà separa l'uomo da ogni diletta cosa che non sia il compiuto amore. Egli non aveva più nulla da apprendere in quel libro: perciò era desso quivi chiuso, e senza segnali. Ed egli l'aveva tanto praticato e meditato non soltanto come il libro dell'eternità, ma come ; quello ch'era nato dalla disciplina della sua stirpe « sotto l'ogiva di Francia », vera « cono/ scenza e virtude d'Occidente ». Né gli restava alcun dubbio intorno a tale origine; talché una volta ch'egli vide il mio esemplare col nome di Tommaso Kempis, scosse il capo. Soleva dire, non senza finezza, che l'Imitazione france/ sèggia in latino. Vi riconosceva trasposti i modi
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