fluttuanti, e il ritmo precedeva i pensieri, come quando il sonatore cieco improvvisa su l'or/ gano. E la perplessità si avvicendava con la paura. E smisurate masse d'anima erano smosse da taluna interrogazione appena distinta, come quando la forza d'un tema entra nella sin*-fonia. « Che avverrà di me se io mi rendo interamente al vostro Salvatore?» E poi tutto si abbandonava a una fuga dirotta, come quando s'ode rintronare il lastrico sotto la carica dei cavalieri.
Egli uomini cadevano
intomo a me guardandomi
negli occhi, come in sogno
quando uno solo è come moltitudine
e un viso è come mille
e il cor supino è pieno di memoria
vertiginosa.
Ciascun percosso
parea gridami:
Per chi m'uccidi?
Ah, ben io so!
Era la materia della mia arte, che si mesco, lava a quella della mia vita. Una voce delti mia tragedia d'amore e di morte, dell'opera