salute l'anima confidatagli dalla divina provi' denza. Questo diceva il suo tremito.
Rare volte le mie radici ebbero uno scrollo tanto doloroso.
Egli parlò. Io volgevo le spalle alla luce, e l'ascoltavo inclinato. Dietro di me la Landa stormiva al vento di ponente, e io era come ciascun albero e come la moltitudine.
Potrei ottenere dalla mia anima la confessione di ciò che per l'uomo è inconfessabile, ma non otterrò mai ch'ella mi ridica quel che udimmo quivi.
Allora il pianto fu più forte della favella. Una creatura che pareva non aver più sangue, aveva ancor tante lacrime! Le mie mani erano tutte molli; e il rombo di una catastrofe terrestre non m'avrebbe dato lo sgomento che mi dava quel singhiozzo senile, lacerante come l'implorazione d'un fanciullo.
Quel che v' è di più profondo in me pareva toccato, e pure conobbi una nuova oltranza; perché mi sentii baciar le mani.
Così l'umiltà chiedeva l'umiltà, l'amore chia' mava l'amore.
Non so quale atto altrui» nella mia vita, abbia potuto pesare su me come pesò quello. Per lun' ghe ore fui oppresso da una sofferenza quasi
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