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Contemplazione della morte

Gabriele D'Annunzio
Il Vittoriale degli Italiani, 1941, pagine 124

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   morente immacolato? Forse riposarsi, e attendere il novel tempo. Non si riposarono- Lavorarono fino all'alba. E in quella notte Ugo disse:
   Non v'era in me più forza né coraggio
   né soffio. Avviluppato in una nube
   4'angoscia, profondato
   ero in un'onda amara
   e calda, con l'orrore
   della sorte premuto
   su tutto me. Parole
   udivo escite
   da non so qual potenza, nella notte senza vie. La salvezza e il perdimento eran senz'occhi entrambi. E tutto inevitabile era. E non combattevo se non per te
   anche una volta, se non pel mio voto, non più nel sangue ma nelle lacrime.
   E disse Parisina:
   O mia vita, o mia morte, dove sei? dove siamo ?
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