Ma, pur trovandomi in paese di sete e sitibondo, non m'attentavo di bere. Tuttavia rimanevo tra quei due confini senza trascendere né l'uno né l'altro, (non per rientrare nella mia patria antica, non per avanzarmi verso la mia patria futura), quasi in una sosta di contemplazione e d'indagine. E quivi pensieri viventi, sin allora a me estranei o da me ignorati, mi divenivano familiari come i co/ lombi che beccano il frumento nel cavo della ma/ no. E talvolta il giovine dalla sindone era meco; il qual serbava in fondo agli occhi notturni una ima/ gine del Maestro non veduta da alcuno. E mi la/ sciava egli scrutare il fondo de' suoi occhi, talvolta.
Ricomparire dinanzi all'Unto di Dio, mentre gli stava ancora in bocca il respiro carnale, mi pareva intempestivo; né avrei voluto di nuovo toccare la sua mano, assistere agli ultimi istanti, udire i suoi rantoli, farmi testimone della sua fine. Piuttosto che commettere un tal fallo, sopportavo il dubbio di sembrargli duro o richiuso. Ben so come ornai, di quel ch'egli soleva chiamare « il nostro bel segreto » nel tempo della reticenza, io non possa più parlare se non con me medesimo, e sotto la specie del canto misurato.
Gli mandavo ogni sera i frutti italiani; ché qualche stilla di quel succo fu sino all'estremo l'unico suo ristoro. Ma pregavo la sua figliuola
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