Stai consultando: ' Contemplazione della morte ', Gabriele D'Annunzio

   

Pagina (95/119)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (95/119)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Contemplazione della morte

Gabriele D'Annunzio
Il Vittoriale degli Italiani, 1941, pagine 124

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   E Ugo:
   Passato è un tempo, passato è un tempo, ch'io non posso pià dire e quel che innanzi avvenne e quel che dopo ancora, io noi viddi, noi seppi. Forse or ti nasco; e la morte, ch'I sopra, par sì lontana.
   E l'amata:
   Ah, tu non sai, non sai qual sia nella tua bocca la voce nova ! La volta cupa ove risuona sembra il segreto antro d'un fonte.
   E l'amato:
   Vedi che occhi s'apron ne' miei ì In me tu sali, cresci qual mare senza amarezza.
   ioo