Stai consultando: ' Contemplazione della morte ', Gabriele D'Annunzio

   

Pagina (96/119)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (96/119)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Contemplazione della morte

Gabriele D'Annunzio
Il Vittoriale degli Italiani, 1941, pagine 124

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Il flutto è in sommo. Non ho il tuo sguardo sotto la fronte?
   E la melodia sviluppandosi assumeva un che di vitreo e di verde, un che d'acqua e d'erba, a imagine di quel giovinetto che un mattino vidi in un sandalo falciare, con la falce mortuaria dal lungo manico, le piante acquatiche nel fossato fosco intorno al castello di Ferrara.
   0 mio fastello d'erbe, dove t'ho da posare?
   La nepote di Francesca rispondeva:
   Posami accanto al ceppo. C'inginocchiammo due volte. Anco due volte bisogna, o bello e dolce amico, bisogna a noi due volte
   1 ginocchi piegare. La prima nel peccato, la seconda nell'onta, la terza nella morte, la quarta nell'eternità...
   101