CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    ÿþAnno I.
    CORRIERE ABRUZZESE
    PREZZI IV ABBONAMENTO
    Anno . L. 9 »
    Semestre .i/ « - 5 reHFESifeùo
    Trimestre. » 3 aumento delie spese
    Su mese . » 1,25 palali
    Un numero separato cent. IO
    POLÌTlCOVtETTERARlO
    Esce il Mercoledì 9 il Sabatò XIV T3EHAMO
    IL NOSTRO PROGRAMMA
    Fra i più vivi. desideri delle; classi nella nostra provincia, fu jn ogni tempo la pubblicazione di un giornale', iene* còn amo-ràsa industria ne indagassif. bisi'grii re còn Tirile proposito si rstù(Jia.s$e; di /sodisfarli. ' ,
    Risoluti alla fine d,i ^eòipi^e aiièijb. Vp-, lo, non senza gli W'citaniénti tehtincf d'agni parte, e costituiti i fondi necessari, abbiamo posto mano all'impresa: di cti innanzi trailo dichiariamo gl'intendimenti e lo scopo.
    1/Italia ha compila l^.ojjera lunga e faticosa del suo rinnovamento- civile'Cessando di essere il focolare di generose ed infeconde agitazioni, per mirabile, concorso di eveiUi, è divenuta in pochi anni un nuovo' elemento di ordine e di stabilità in Europa. Sarebbe '[Hindi indegno del nome italiano chi non «eatifse il debito (fi Onore di don sei vare fluito sacro patrimonio , insieme all' augura Dinastia, che ne fu gloriosa foriilajnCc^ ' custoditrice inviolata. Ma i governi non si Ulano come gli abiti di, moda, tsst non Acquistano bontà, che dall'essere proporzionati alle condizioni materiali* e morali uei popoli <-e non comportalo maggiori ze, che divenendo i costumi migliori ,e più tollerabile la vita. Non arguiremo
    La Direttene, id ^rnminisiratigni soiu) provvisot iamente pi etto (a Tip&g afa del yugnale
    Inserzione in i*1 pjjlaa cent ,# R-fiea lunghezza di colonna - in 3i pagioa .cent. .15 -'Per più in erzioni si fa um sconto - Le lettere a (francate e raglia pestali debbono, essere diretti all' silicio' del Corriere Abruzzese io Teramo
    di: disprègio alle leggi e di pericólosis*imef discordie ai cittadini; propugneremo la nc-j cess là di semplificare con larghe ed efficaci riforme gli ordini interni dello Sialo, e dì cercare lo itabileniassetto delle finanze meno nei facili aumenti delle imposte e nei modi rapaci e fieri di riscuoterle, che nella loro miglio^* £ iim*eAua e niù fruttuosa (bistri-buzion^i é 'Déila> sapiente 5parsiflfiotHa -delle spese; ci professeremo fautori della libertà della Chiesa, ina difenderemo' senza posa le conquiste della moderna civiltà dalie prevalenti insidie della sella, che sotto il manto della Religione; nasconde una sete insaziabile di terreno dominio; ti sforzeremo infine di racr-cendere 1' amore! e la fede delta*, Ubere istituzioni, che nelle moltitudini massimamente use " misurare la bontà dei governi beJiifizt,mal¬ i;ialir è grandemente illangu^ Fedeli a quesli. principi, ma senza menlicàre le godeste sembianze dell' opera nostra, ci volgeremo coti assidua cura allp sludió della vita eeonotafcà, amministrativa e politica della provincia, promuovendo precipuamente fò sviluppò uelte istituzioni di carattere educativo. Sappiamo già- che molto si è progredito,. ma confessiamo, chev molto' ci restala pro'gréftire'per raggiungere' nello svolgimento morale -^ed economico le proavi ncie^oreile^i oltre Tronto. Meglio di un
    I1UC1IIC, ,
    'ni dai/ iMkaJj iza:
    senza il vigore e l'energia dèlie popolazioni. Se vogliamo dimostrarci degni della libertà, quanto ne siamo 0 desideriamo parerne cupidi, cessiamo il mal Vezzo di 1 empirci a vicenda .gli .orecchi di femminili lamenti, e diamo forma pùbblica e dignitosa all'espressione dei nostri* dotori e dei nostri bisogni. [La virilità'-'del carattere è la prima condizione 1 delnriver-frtlé^o; ne basta aver rifatto le nostre città di" bellezza e di splendore: c^>ny;iene. ridile altresì di costumi civili " di òpere vWfd(«Kja xtfe ci dorremmo dei mali, che avessero sede in noi, quando non sapessimo 0 noti valessimo forbircene l'animo ?.. Non bisogna dimenticare che se sotto governi assoluti basta la sapienza e la virtù del principe per viver quieto se non glorioso, negli Stati liberi si sdrucciola sempre a g     , programma anzidetto, concordato fra gli azionisti e da me accettato, mt dispensa dà ulteriori discorsi. Non nuovo mi giornalismo, avendo collaborato uelta GfózeìTa d'bàlia e nella finisti Iwropm di Firenze, nò del tutto estraneo a questa nobile provincia ove trassi i natali
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    ÿþ4«tci<» patri moti io , insieme alt1 augii*-
    ili I>iM$tia, che ne fu gloriosa fondalii^o r rtstodilrice inviolala. Ma i governi non si pulsai come gli abili di moda Essi non ^rquistano bonlà, che dall'essere proporzio-'" 'sali alle condizioni materiali* e morali dei popolipon comportano maggiori larghei-che divenendo i costumi migliori ,e~più tollerabile la vita. Non seguiremo pertanto quella parte politica, che ripone l'estremo étlU pubblica felicità nell' allargare inconsul -, ìimmte e sema indagare T essere intimo del paese, gli ordipi ed istituti dello Stato: contenti a quella forma di temperata liber-. ti, assai conforme alla presente morbidez~ « dei costumi, che non comportano nè la libertà intera nè la piena servitù: come sdegna remo d'altro canlo gli uomini dalle Vieste tifile, non provali nei tristi dì del servaggio, facili a mutare secondo il corso mutabi-llssimp^degli eventi, ignominia e peste degli Stati. [Devoti quindi alla vecchia bandiera, re-steremoTedeli a quella illustre scuola politica instaurata dai Gioberti, dai Balbo r dai d'Azeglio, e ispirala dal genio potente del conte di Cavour, che contemperando ottimamente le forze vive del paese, audace insieme e prudente. ci condusse da Novara a Roma e rese il nome italiano onorato e temuto in EuropatJ ila da questa franca e leale dichiarazione non si dee arguire che noi volessimo tacere o dissimulare i fieri patimenti, che contristano la nazione, e più particolarmente queste meridionali ^provincia, uguagliata alle altre nelle gravezze, non nei benefìztlNon si spe-\ gne il fuoco nascondendolo nella cenere, nè ' si rinforza il principio di autorità co! tenere il sacco ai governanti, anche quando per avventura violino la pubblica coscienza, e ealpe^jno le leggi della morale e della giustizia. Poderali per convinzione ed istituto» della v7Ta, non peT interesse o^ per paura, sveleremo con virile franchezza gli abusi e fe illegalità, che tuttodì si commettono; g'u-4tcJkeremo severamente la condotta di co-taro, che, preposti a pubblici uffìzi, fatti ludi-W§ di briacne fazioni, diventano cagionej
    ^eyeu a questi principi, ma senza TTR I menticare le godeste sembianze dell'optra I nostra, ci volgeremo con sUsidua cùra allo sludio della vita econòmica, amministrativa e politica della provincia, proiù'uovendrt precipuamente lò sviluppò dèlie istituzioni di carattere educativo. Sappiamo già che molto, si è progredito, ma confessiamo, che^ molto ci resta "à progredirò ' per raggiungere nello svolgimento morale * ed economico le Provincie Sorelle di oltre Tronto. Meglio di un quinto del nostro territorio è soitraiU ai frenetici delfy - -coltivazione per la, completa inosservanza d,elle leggi di polizia fluviale. Le statistiche pubblicate dai Ministero dì agricoltura per ls anno 1870 attributfcpno a quésta provincia la superficie boschiva di ettari 44,166, 30,, 88; patrimonio immenso completamente improduttivo , anzi, soggetto a quotidiano deperimento , per T insufficiente tutela delle leggi silvane. Negli Stati bene amministrati non ti novera meno di un chilometro di strada rotabile per ogni chilometro quadro di, superficie, e la nostra provincia ne novera appena 116 metri. Similmente de' fanciulli dai 6 ai 12 anni, obbligati per legge a frequentare la scuola, non la frequentano di fatto tra noi che il 36,13 per Ve
    Yedesì da questi cenni quanto questa provincia aspetta tuttavia dall'opera riparatrice dei propri amministratori e del governo, e quale ampio ed intentato arringo schiude agli studi e all' impulsa liberale del nostra giornale.
    Per correrlo degnamente, noi non ri-sparjnieremo cure uè fatiche,lochivi di pettegolezzi, riverenti alle perspfi8, ugualmente lontani dalle facili lodi e dai codardi oltraggi, con breve/. rassegna letteraria, giuridica ed amministrativa, e coli'efficace cooperatone di numerosi corrispondenti, tratteremo delle industrie, e dei traffici, dei lavori pubblici, e degl' Istituti educativi, .dell' incremento materiale e delle opere dell' ingegno, seguendo e disciplinando il corso della pubblica opinione, che è la forza più operosa e il frena più potènte dei liberi reggimenti/i
    Ma ogni nostra opera sareboe Indarno'
    il "valete, la ' costanza nei sagriiui « ta magnanima alterezza del popolo.
    lì programma anzidetto, concordato ti a gli azionisti e da me accettato , mi dispensa da ulteriori discorsi. Non nuovo al. giornalismo, avendo collaborato nella Gazzetta d'Italia e nella Rivista turopea di Firenze , nò del tutto estraneo a questa nobile provincia ove trassi i natali, non saprei non (f fenderne gì' interejll con ardore giovanile è con la fede ispirata alle più salde convinzioni. Potrà mancare T ingegno, non mai il buon volere di rèndermi fedéle interprete della pub->^ blica optinone. f "
    Però conviene soggiungere cheMa I scita di questo giornale bardato luo. ®}
    molte è diverse supposizioni. In ai*1 ! sfere è s^ata elevata financo all'importanza; di affi re di gabinetto, nè* è mancato alcuno, non so se più maligno o ignorante', che ha veduto nel nascituro Corriere ( un organo presso a poco di estrema si-riìktra. So bene che molti, conoscendo ;j Ifr mie opinioni politiche e quelle de' , miei amici, avranno sorriso a questa fae^-! eia dettata da ira di parte o da paura. Ma ' il solo fatto che la comparsa di un organo di pubblicità abbia messo it campo a rumore, attesta assai chiaramente non ! pure V importanza che andrà ad assumere il giorna1^ alla cui direzione io fui invi-; tato, ma altresì che lo si tema più clic , non lembra.
    E noi» (ora parlo anche a nome deS miei collaboratori) lotteremo per cónquìo ; stare quella importanza» senza di cu^uto, giornale non avrebbe ragion ri' es*^ ' 8~ j Dotteremo con armi cortesi* ma f mèzza. Imperocché noi siamo li
    per principi, ma indipendenti;*^® 5 mo alla gran falange liberai»"' datti la rivo uzione italia^p- .