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Mercoledì 5 Gennaio 1876
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POLITICO-LETTERARIO
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Il Capo d'anno politico
Non siamo più ai tempi in cui un muover di ciglio di Napoleone III, indicava air Europa se Panno che entrava, dovesse esser apportatore di guerra o di pace. E sono scorsi 1(3 anni da che il piccolo re di Piemonte, raccoglieva il grido di dolore che emettevano le provincie sorelle, Le visite e gli auguri diplomatici di que-st' anno nulla han rivelato che noi non sapessimo. La pace sembra che sia la parola d' ordine in tutt'i gabinetti d'Europa. La si otterrà? Questo è che dovremo vedere e che. per il bene dei popoli, desidereremmo che si avverasse. Ma chi ci assicura dell'avvenire? L'orizzonte orientale non rimane esso minaccioso di procella? La Turchia non è quella stessa che promette e non mantiene? La Russia e l'Austria non stanno lì a spiare il momento
di legittimisti, riacquisterà la simpatia di tutt' i popoli liberi.
I miserabili
Pubblichiamo volentieri il seguente articolo che ci manda da Castelvecchia Subequo un nostro valente amico, pure facendo le debito riserve su taluni dei principii economici in esso enunciati.
H articolo (I miserabili) pubblicato nella Gazzetta di Aquila num. 94 ò una vera bella, e poetiea descrizione di condizioni eccezionali, che non si addicono alla civiltà presente.- la quistione però o le qui-stioni attinenti al titolo sono guardate di fianco, e non toccate in fondo. Non nego che la miseria ed i miserabili sembrino temi di attualità ; dico anzi che lo sono, ma quest' attualità lagrimevole e sconfortante non deve guardarsi poeticamente in talune
la civiltà in progresso, ed abbenchè si voglia e possa dire che non vi ha miseria, perchè non vi ha carestia, pure è un fatto incontestabile che qucerit aquas in aquis et poma fugacia captat Tantalus. E come e donde tutto questo? Perchè vi ha miseria e miserabili.
Un sommo filosofo dell' antichità lasciò scritte queste parole Comunem viensuram, ad quam omnia referuntur, quaque mensurantur omnia. E quale è questa misura comune, alla quale tutto si riferisce e con la quale tutto si misura? È il metallo coniato per uso di spendere ; altrimenti è la moneta, la quale ove manchi, o si trovi in difetto o sia distribuita e sparsà in modo anormale,, produce la miseria ed i miserabili. Lascio di fare appello alla storia. I prodotti in generale ed a qualunque grado si vogliano considerare, sono e saranno sempre cose o rie-
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assicura dell avvenire r l onzxuuw un^ tale non rimane esso minaccioso di procella? La Turchia non è quella stessa che promette e non mantiene? La Russia e V Austria non stanno li a spiare il momento propizio per afferrare la preda? L'Europa civile non pensa più che una buona volta sì metta termine ad uno stato di cose o-mai reso intollerabile?
Noi siamo entrati dunque in un anno che forse potrà esser ultimo per il Sultano, ed è appunto por ciò che l'Europa non ha fede su di un lungo avvenire di pace. Sarà anche ultimo per il cartismo in Spagna e per la reazione in Fran eia? In Spagna, si posano le armi per atten-, dere la primavera a ricominciare, le. operazioni militari ; in Franerai invece i po-. poli si preparano a combattere noli;' afonia incruenta delle elezioni. Nella prima, è in lotta r autocrazia con la libertà, mediocre del governo rappresentativo; nella seconda due partiti, due correnti di idee e di a-spirazioni, l'uno che gridava, nell'ultimo giorno dell'anno al momento di sciogliere l'Assemblea di Versailles: viva la repubblica! l'altro che rispondeva: viva la Fraudai Con queste due voci che rappresentano opposti principii, la Francia entrava nel nuovo anno ed aveva in essa il segnale di nuove lotte interne, da cui non uscirà se non ritemprandosi nel pa-triotismo e nel!1 abnegazione de' suoi antenati delF 89.
E si è questo che noi speriamo. Quando la Francia si sarà liberata da quei vampiri che vanno conosciuti sotto il nome
nanco, e non toccale m iuxx^. MB Illfl che la miseria ed i miserabili sembrino temi di attualità; dico anzi che lo sono, ma quest' attualità lagrime vole e sconfortante non deve guardarsi poeticamente in talune condizioni sociali è personali che sono effetto e non causa. La miseria ed i miserabili sono tanto strettamente legati quanto la madre nei figli, e se vi è miseria vi sono miserabili, se miserabili miseria. La quistione quindi deve essere portata e risoluta nei principii della pubblica Economia, ed al meglio che mi sarà possibile cercherò presentare il mio modo (Ji; vedere.
Vi ha miseria? Vi hanno miserabili? Sì- e. sì.
Prima, di tutto convien conoscere che cosa sia la. carestia e che cosa sia lami--seria. Lak carestia, stando alla parola, vuol dire penuria delle cose necessarie al vitto, e la miseria, è la mancanza del necessario, la strettezza lineilo spendere. La carestia quindi, e di conseguenza lo stato opposto cioè T abbondanza sta nelle cose, la miseria riguarda, si personifica neir indivi-," duo cosa e. persona sonp due punti op-r posti, che conviene ben valutare e distinguere gentes nostree flebunt misgrias. Se corressero i beati tempi patriarcali, eia-, scuno si troverebbe contento nel ripetere:. « Spengo la. sete mia nell' acqua chiara,. « Che non tem; ij^Qhedi venen si asperga; « E questa greggia e r orticel'dispensa « Cibi non compri alla mia parca mensa. Ma disgraziatamente i bisogni sociali ed individuali sono moltissimi e crescenti con
miseria ed i miserabili. Lascio di tare appello alla storia. I prodotti in generale ed a qualunque grado si vogliano considerare, sono e saranno sempre coseo ricchezze particolari, le quali si diffondono per mezzo del commercio ed accorrono ai bisogni sociali ed individuali mercè la moneta che ne proporziona e determina il valore sotto tutti i rappòrti; ed è un fatto che la stessa abbondanza scapita e si rende a perdita quando non ha di rincontro la proporzionale moneta. Nè si osservi allo stato che oggi vi è la carta sostituita alla moneta: questa, se mi si permette, è una stranezza. La carta non ha valore intrinseco^ ed il valore che porta è figlio della località e non ha speranza di rendersi cosmopolita come il metallo coniato. Da qui le due conseguenze terribili che il prodotto scapita e perde T importanza nella sua distinzione sociale - che la scarsa moneta, accumulata nello scrigno di pochi, che Veggono tutto in oro e credono poter ripetere Aurea nunc vere sunt smula, plurimus auro Venit ho-nos, auro conciliatur amor' produce .tutte quelle circostanze bellamente stigmatizzate nell' articolo, e che trovano l' alfa e V ò-mega in quel mostruoso- principio Opta modo, quidquid volueris^ omnia evenient... Quin, et Beos ipsos ministros facile kabebis.
Dunque.....
Vi miseria? Vi hanno miserabili? Che sì, che sì, a dispetto della mancante carestia, o dell1 esistente abbondanza.
' fcPERANZÀ BKLIETA
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