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NOSTRA CORRISPONDÈNZA
Dalla provincia ascolana
Dicembre 1875.
11 Ministero delle finanze (Direzione generale delle gabelle , e per essa V Intendenza di finanza di Ascoli Piceno) pubblicava l'ultima decade di agosto un manifesto per lo appalto dei dazi consumi di tutti i Comuni aperti della provincia per la somma di 11 fé 110,000, e questo primo esperimento andava, deserto.
Seguita appena tale deserzione, una circolare riservalissiina (a stampa) della Prefettura invitava i comuni a presentare delle offerte ch'essa proponeva di far accettare dal Ministero. - Ma questa riservalissima veniva seguita da altra circolare con cui si notificava ai comuni che la Direzione delle gabelle aveva accettata un' offerta privata di lire 90,000 sulla quale avrebbe aperto nuovo esperimento di asta.
Veniva infatti pubblicato dalla locale J® tendenza un nuovo manifesto in data 29 settembre, con cui si fissava il giorno 24 ottobre per 1'esperimento sopra la somma ri-dotta a lire 90,000, e i fatali per i' apposizione della vigesima al 28 successivo.
Allora i sindaci di Porto S. Giorgio e S. Benedetto del Tronto, facendosi iniziatori, pensarono se non convenisse agli interessi di tutti i municìpi di dare un' offerta migliorativa, e convocati i sindaci tutti dei due circondari Ascoli-Fermo, ottennero, salvo pochissime eccezioni, la facoltà di presentare neir interesse dei propri comuni un' offerta cumulativa di L. 93,500, migliorando così di L. 3,500 V offerta privata ricevuta dalla Direzione delle gabelle , fidenti che coua' erasi violata la legge in favore di un privalo, ben più a ragioue potesse darsi una preferenza
per L. 95,000 deliberava al medesimo il dazio consumo di ben 78 comuni della provincia.
Chi sia cotesto privato speculatore non lo ignora la locale Intendenza di finanza che lo ha dovuto vedere, lo vede e lo vedrà in tutti gli esperimenti di asta nelle vendile od affitti de' beni demaniali, e lo han visto e lo vedranno con spavento coloro che aspirano ad acquistare i beni medesimi /!
A quest'uomo ed a' suoi onorevoli soci, la Direzione generale dà in' balia gì' interessi di tanti disgraziati comuni ! !
Ora ci si conceda qualche considerazione sulla inesplicabile, ma per noi spiegabilissima condotta della ripetuta Direzione generale.
Ed innanzi tutto ci faremo a domandare perchè tanta fretta di appaltare i dazi di. questa provincia, mentre in alcune altre seguitano tuttora le pubblicazioni dei manifesti di asta ?
Fu non più tardi del settembre che la Direzione accettava un' offerta privata fatta a lei direttamente, e vuoisi, anche personalmente a Firenze; e dal settembre al gennaio y' era largo abbastanza per esaurire non due ma sei sperimenti di asta, e tale e tanta fu la frotta che non le permise di leggere l'articolo 43 «lei regolamento sulla contabili \ì general* dello stato 4 settembre 1870 N.. 58;>2, ch'essa violava in danno dello Stato e degl' interessi dei comuni.
In dotto articolo si accenna alla regola di farsi luogo al secondo esperimento di asta I quando sia, andato desarto il primo, e solo , questo secondo.esperimento può omettersi quan-! do circostanze spediali lo consiglino, circo-, stanze che nel fatto mancavano.
Ma comunque al comma terzo de! detto articolo è detto. JSe 1 contrattoli trattativa pri-
quel che più monta senza alcuna fi iucsa ' di esso.
Coleste enormità che commossero profò*. damente la pubblica coscienza, e che luogo ad arditissimi conienti non si crederti bero neppure in Turchia! E mentre l Euro^ stà seriamente occupandosi di sottrarre l'Erzegovina e la Bosnia alle vessazioni degli i. genti fiscali, in Italia retta a libertà, e fe la legge dovrebb' essere lagnila unica deigovernanti, una Direzione generale si permeili di porgere questo spettacolo, il quale mentri distrugge ogni prestigio nel governo, fa imprecare non alle istituzioni, ma agli uoàmi che postergando l'interesse pubbli cp all' avidità dei privati, han ridotto le Amministrazioni pubbliche nella miseria, e nella impossibilità di una regolare esistenza.
Non è così, che si governano i popoli LNca è così che si accreditano le libere istituzioni! Nell'intento di pareggiare il bilancio dello Stata, si spareggia quello dei comuni, ri ducendoli alla disperazione, e si gitlan semi di profoaàa corruzione nel popolo!
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Cronaca Abruzzese
Aquila. La Gazzetta di Aquila pubblica una protesta del sig. Giacinto de Thomas';* p-r s:ra essersi veduto improvvisamente tramutate «to' Tribunale di Chieti in quello di Teramo, sectì essere nè iuterpellato, nè pure informalo motivi del provvedimento. Egli aggiunge « cfc^ gli fu negata pure 1' aspettativa per molivi famiglia senza stipendio, inaudita severità!..» * ^ tutela della sua dignità, anziché piegare il ^ un po ad un castigo immeritato e sanzionate co. 1 sua acquiescenza un fatto contrario ad NV, ragion e ^iju&fittBÉè ~ J
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rat iva, e convocati i sindaci tulli dei due circondari Ascoli-Fermo, ottennero, salvo pochissime eccezioni, la facoltà di presentare nelT interessa dei propri comuni un1 offerta cumulativa di L. 93,500, migliorando così di L. 3,300 , offerta privata ricevuta dalla Direzione delle gabelle j fidenti che com' erasi violata la logge in favore di un privalo, ben più a ragione potesse darsi una preferenza ai comuni interessali. Ma la Direzione con telegramma rigettava le offerte dei sindaci di Porto ,, Giorgio e S. Benedetto del Tronto, sotto lo speciosa prelesto che i comuni non potevano addiventare appaltatori.
Si noti che la Intendenza di finanza di Siena contemporaneamente pubblicava un manifesto (ed era il quarto!) con cui s'invitavano specialmente i sindaci a produrre offerte per i propri comuni (leggasi il giornale ufficiale del 27 ottobre). Laonde si resta autorizzati a credere o non esser più Una l' 1-talia, o quantomeno eh' essa sia governata da leggi diverse secondo la diversità dei climi e delle regioni.
Seguendo la storia di questi fatti più veri che credibili, il giorno 28 otlobre termine dei fatali, un ass. comunale di Grottamare, mosso dal solo intendimento di migliorare le sorti dei comuni, sottraendoli alle conseguenze dell' avidità de' speculatori, imponeva, previo deposito di L. 7,500 la vigesima portando l'annua corrisposta per tutti i comuni foresi della provincia a L. 94,000.
Questa viges ma non veniva rigettata'dalla locale intendenza e quindi era generale il convincimento che sopra di essa sarebbe stalo aperto un nuovo esperimento.
Ma non co?ì la pensava la Direzione generale delle gabelle, la quale già inpegnata con un tale che fu quegli che presentava la prima offerta delle lire 90,000; lo invitava a cu opri re la vigesima con lire 500 annue, e così
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In dotto articolo si accenna alla regola di farsi luogo al secondo esperimento di asta quando sia andato, desarto il primo, e solo questo secondo esperimento può omettersi quando circostanze speciali lo consiglino, circostanze che ne! fatto mancavano.
Ma comunque al comma te<*zo del dello articolo è detto === -Ne 1 contratto a trattativa privata nin si potranno variare se non a tutto van-tafjijio dallo Stato le condizioni ed il limite di prezzo eh' erano stale stabilite per V incanto.
E la Direzione sullodata, variando non a vantaggio ma a danno dello Stalo il limite di prezzo stabilito per l'incanto, commetteva una manifesta violazione a tale disposizione legislativa.
E la vigesima imposta dall' ass. comunale?
Odessa era nei termini della legalità e doveva dar luogo ad un success'vo esperimento. O no e non erari ragione alcuna per obbligare l'altro ad aumentarla di lire 500. Paro dunque chela Direzione la ritenesse per valida e buona quando lo invitava a migliorarla, commettendo così una seconda infrazione alle disposizioni su richiamate a danno primamente dello Stato, del predetto assessore e dei comuni interessati.
Nò sa spiegarsi come il Consiglio di Stato appò cui furono inoltrati molti ricorsi sia direttamente sia col tramite dei competenti Ministeri, avvisasse per 1 approvazione di sì mostruoso contratto. ..
Quali siano le conseguenze di questa inesplicabile condotta della Direzione può ima-ginarlo chiunque abbia in pratica gl interessi dei comuni. Le popolazioni esposte a tutto le vessazioni della più ingorda speculazione, ed i comuni obligati a dover tollerare che anche le addizionali, ed i propri dazi in virtù del Regolamento 20 ottobre 1870 Art. 77, siano riscossi dall'appaltatore governativo senza alcuna garanzia nè morale né materiale, e
essere nò interpellato, nè pure informato §, motivi del provvedimento. Egli aggiunge « eh? gli fu negata pure 1 aspettativa per motivi di famiglia senza stipendio, inaudita severità !..» A tutela della sua dignità, anziché piegare il cupo ad un castigo immeritato e sanzionare eolia sua acquiescenza un fatto contrario ad ogni ragione, si rassegnò a deporre la toga che acquistato avea per pubblico concorso.
La slessa Gazzella deplora la inconsulta molliplicilà degli appelli del P. M. in materia correzionale, non che il modo onde taluni dell' Ufficio del P. M. presso quella CorU d' appello, si appassionano a sostenerli, tanto da far loro dimenticare ogni rispetto e convenienza che si deve all'Autorità giudicante.
Chieti. 11 Nicate pubblica una lettera del Sindaco di Chieti cav. V. Pera, eoo la quale rassegna olire la carica di Sindaco anche le funzioni di Consigliere comunale, invocando il verdetto de' suoi amministrati.
Il Municipio di Chieti ha stanzialo in b -lancio una somma per riaprire il teatro, nd!» prossima primavera, con una compagnia di canto. Il Nivale appruova la determinatoli? d^l Municipio a non affidarsi nelle mani di speculatori impresari], ma riaprire il t^a'ro ,,, amministrazione. In verità, quest' ultima deliberazione non sapremmo approvarla.
11 sig. Vito Eugenio cav. Siciliani Direttola della succursale del Banco di Napoli in Gh eli , stato traslocato a quella d'Avellino.
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ECHI DELIA PROVINCIA
Ci scrivono da Castellamare Adriatico: -
Ti scrivo, Corriere carissima la priua volta e ?en« U solila avanguardia de' quinci e quindi più o meno (rado ti per I ho 1' onore» « ho il piacere » e simili; prima perché li ho in uggia, mondamente pcrthè noa v» s»s inai 5*ette
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