CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Anno II.
    SECONDA
    Sabato © Gennaio 1876
    EDIZIONE
    IV. 9
    PREZZI D' ABBONAMENTO
    Anno L 9 ) per y
    Semestre I « 5 aument0 ^llcspete
    Trimestre, » 9 i r
    Èìi mese . >1,25 )
    poetali
    Un numero separata cent. IO
    POLITICO-LETTERARIO
    Eec© il Mercoledì     La Direzione ei Ammini strattone provvisoriamente p esso la Tipografia del giornale
    Inserzione in ia pagina eent. 10 per Ifc-a«a lunghezza di colonna - In 3a pagi®* eent. io - Per più in erzfoni si fa un* sconto - Le lettera affrancale e vaglia poetali debbono essere diretti all' oMioio idi Carriere Abruzzese ia Teramo.
    
    «H
    Un nostro associato ci manda il seguente articolo, che noi pubblichiamo accompagnandolo con alcune considerazioni.
    A noi sombra non potersi passare sotto silenzio il sistema invalso in questo ufiicio di H S. il quale, o per drillo, o per torlo crede, che il potere dell' autorità politica del circondario nell1 accordare o negare il permesso di porlo d'armi, sia sconfinalo, assoluto, da non andare soggetto ad alcun sindacato.
    Quello cho è accaduto ad Antonio De Fla-viis, di Filippo, di Risenti, si può dire che ripetasi conlinuamenle; e spetta alla stampa libera ed indipendente, illuminare il paese, specialmente quando nelT applicazione delle leggi, fosse pule con retta intenzione, si cade nella esorbitanza dei poteri,
    Crediamo superfluo ripetere che nella in-
    del lo maggio sotto il Re bombardatore, o quella dell' Autocrate russo in Polonia, ognuno deve convenire che la concessione dei permessi d1 armi non può rifiutarsi a chi ha avuto una vita illibata, e come tale attestata dal Sindaco.
    Fin qui il nostro amico.
    Ma no, aggiungiamo noi, non basta una vita intemerata, una fama incontrastata di uomo onesto per ottenere nella nostra provincia un permesso per porto d' armi, ma 9 ha bisogno di qualche cosa di più: v'ha bisogno del certificato da rilasciarsi, non sappiamo da chi, nel quale si attesti, che il richiedente abbia nelle elezioni politiche ed amministrative votato per questo anziché per quel candidato, - ehe sia sempre vissuto in buone, se non in ìntime relazioni coi funzionari di V. S.,-che non abbia mai mormorato del Prefetto e dei
    mai
    stro Tribunale dichiarò non esservi luog® a procedimento.
    Dunque noi non esageriamo, ma fasciamo la vera e nuda esposizione di fatti che ci obbligano di levare alta la voce e pagare le nostre autorità politichi di lasciare all' ex polizia borbonica il triste privilegio di atti arbitrari ed ingiusti, e di non fare c(ie dai cittadini si abbia a maledire quella libertà che pura' £ costato tanto danaro e tanto sangue.
    unicaio
    Imparziali sempre, pubblichiama la seguente lettera del sig. Sindaco di Castellarmi, la quale del resto non altera affatto gli apprezzamenti da noi esposti sulle elezioni di Castellamare:
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    imiipeoflcme, illuminare 11 puf se, 8,jctiaMuv...v quando neir applicazione delle leggi, fosse pure con rotta intenzione, si cade nella esorb-H lanza dei poteri,
    Crediamo superfluo ripetere che nella intenzione del legislatore non sono concepibili gli arbitri, ed ogni legge, barbara che fosse, a chi ben la intenda, risale, sempre alla giustizia universale, al moderator del Vico.
    L'art. 31 della legge di P; S. é vero che in termini precisi accorda ali1 autorità politica di circondario il diritto di rilasciare i permessi d1 armi, ma nel relativo regolamento, all' art. 29 e 30 Sancisce, che il detto permesso non può essere accordato a persone minori di anni 16' ed a quelli che non giustificano la buoni condotta, mediante attestalo di notorietà, di cui al N. 8 dell' altro art. 102, della legge comunale. 11 potere della polizia adunque non è sconfinato, arbitrario, e .dispotico, come si vorrebbe far credere, ma temperato dalla ragione civile, poiché, tolto il divieto pei minori di 16 anni, nel res*o viene subordinato al nulla osta del Sindaco il quale, come capo dell"' amministrazione comunale ed ufficiale del Governo forma I' unico contro dell1 opinione pubblica, chiamato egli solo per legge a rilasciare certificati di condotta.
    Così il Sindaco illumina il potere politico. e aueslo sancisce; così entrambi formano quel vario nell1 uno, in cui si simboleggia l'accordo delle società civili - Nè col diritto che ha il Prefetto di revocare i permessi di porto d'armi, il sistema da noi propugnato soffre alterazioni, poiché la revoca del permesso concesso va pure sottoposta a gravi motivi di «carezza pubblica; e purché per S. P. non si voglia intendere la ripristinazione dell' ordine
    anziché per quel candidato, - che sia sempre vissuto in buone, se non in ìntime relazioni coi funzionari di P. S.,-che non abbia mai mormorato del Prefetto e dei suoi più o meno alti dipendenti, non e-sclusi gli uscieri, ed il guarda-portone. Non è così, ci si dirà, le vostre sono e-sagerazioni. Ebbene, se le nostre sono e-sagerazioni. ci si dica di grazia perchè nelle scorse settimane veniva rifiutata la rinnovazione del permesso di caccia al sig. Berardo'Consoni, bravo ed onesto giovane, e per giunta Assessore Delegato del comune di Torricella Sicura? Fu causa del rifiuto il processò intentato al Consoni dall' ufficio di P. S. ? Ma s'ignora forse che quel processo, come tanti altri' compilati per cura e opera di'queir ufficio, è finito con una dichiarazione della Camera di consiglio di non esservi luògo a procedimento penale per inesistenza di reato?  Le nostre sono esagerazioni ? Ebbene, quali sono i gravi motivi di sicurezza pubblica, che hanno indotto il Prefetto a ritirare il permesso di porto d' armi da' Antonio Di Girolamo, onesto e facoltoso negoziante, che in tanto ha maggior bisogno di asportare armi per sua difesa personale, in quanto viaggia continuamente, e spesso di notte, portando seco valori considerevoli ? Sarà stato un grave motivo il famoso processo Rìcci, pel quale si può ripetere: partorisce il monte, e nasce un ridicolo topo? Ma Antonio Di Girolamo non era implicato in quel processo; lo era invece il di lui fratello Pasquale, ma anche per questo la Camera di consiglio del no-
    gUeiut^tJuera uci Wuu.v.-------
    1 amare, la quale del resto non altera af-» fatto gli apprezzamenti da noi esposti sullt elezioni di Castellamare:
    Castellana"! Adriatico il di " Gtaaai» 1S7S.
    Egregio tignor Direttore
    Ieri 1* altro per fortuito caso m' ebbi tra mani il numero 9 del Corriere Abruzzese, gior-naie da Lei diretto; e mi avvenne di veder» un articolo intitolato le elezioni di Castellamare.
    In verità aredevo in sulle prime che Y articolo mi riguardasse esclusivamente; ma dopoché l'ebbi letto per intero, ini accorsi ben tosto che riguardava più direttamente il Signor Prefetto, ed in seconda linea me in qualità di Sindaco ed il partito a cui appartengo.
    lo non stimo opportuno di assumere alcuna difesa p*r quella parte che riguarda 1' onorevolissimo Signor Prefetto, perchè saprà Egli ben difenderai dagli attacchi, respingere le accuse e porre in chiaro la verità, la quale, comunque la si voglia orpellare con frasi pompose, essa resterà sempre evidente d1 innanzi all'occhio intelligente ed imparziale; mi limito solo a rispondere a quelle cose che mi riguardano e sovratutto a portare le mie osservazioni alle improprie frasi di capo di fazione e di servilità politica, colle quali Ella ha ere*-duto qualificar© il mio partito e me, frasi cha io respingo tanto a nome mio che per quello del mio partito.
    Le censure mosse contro l'Ufficio provvisorio che non ammise i novelli elettori, non nel numero di 104, com'Ella dice, ma nel numero di soli 33 non iscritti nella lista elettorale, non mi sembrano ben fondate, perchè l'Ufficio in tal ria*' (m non faa*