CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Annoll. Sabato 13 Genrai
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    Per 1' Estere aumento delle gpese postali
    Un numero scpirrJg cs:,t. IO
    POLITICO-LETTERARIO
    Esce il Mercoledì © il {Sia.fc>¬ it II>J TEKAL'IO
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    no» lutigli*^7.:) di «,! i - In ? pagina cetii, lo - l'ir pi -, ia erzbui »i fa uno sconto - Le Ielle « a Sfrascale e vaglia postali dcbb;oe esserj direni all' uTieie del Carrieri Abitante in Teramo.
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    La politica della settimana
    La diplomazia accenna a risvegliarsi e non prolungare (li soverchio gii ozi del natale. Anche al nostro gabinetto è -giunta la nota di jkfhlrassy sulle cose d' Oriente. La Turchia, die, a prima vista, avrebbe fatto atto d'indipendenza contro I' intervento straniero, ha ora modificate le sue prime impressioni. Il Times dice che essa non ricusa di prender conoscenza della nota del primo ministro austroungarico, pure respingendo in massima la mediazione straniera. Intanto per dare un' idea dello stalo d' eccitamento in cui ò 1' opinione pùbblica in Europa, accenniamo ad un teler-grauima dell' iìavas su armamenti che si pretendeva venissero fatti in Austria; il qual telegramma non tardò a metter panico in alcune « ¦ sjg   : 11 «»fAn'/mnA dei GciM-
    troppo ricacciarla In gola» divetoUtiov poverini, un fior di ginestra e so ne van prestilio a ingrassare i cavoli. No ;  Corpo......! Io non
    posso affatto digerii!»», e per una via o per l' altra doro assolutamente mantkitla fuoii.  Alla fin A ti. e non è per nulla etto tu Mogi ornò andiam vociando d' esser liberi.  Cir-ì rumeno io di questa libertà, se non j?, ori franca almeno fi spesa dell' ipecacuana o del tartaro stillalo?  Anch' io dunque voglio contarla a moJo mio e...... bizza a chi tocca.
    Lei de»e sapere ehe io, povero mandriano, me .ne vivo nella macchia alia custodia della mia gre< g:o!a. 1 giorno si pass», come Dio vuole, or appoggiato sulla veiga badando le pecore, ed ora imboccando la cornamusa per vincer la noia della solitudine.  La notte è per me destinata a fare il dormiveglia nel-I agghiadi©.  Così tutta la settimana.  La sera del sabato poi, muniQ il bestiame e dato
    Q n t c'a I > m a lift ili nn
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    donde questa novità? Chi mai le ha viste? Chi le ha possedute mai ?... un accidente a
    quan.
    Piano, un pò figliuol mio  mi fa
    il buon parroco; quando la va così, non ci è po' poi da riscaldarsi tanto. Con un foglio da dodici e con una brava scritta che li farà il segretario comunale, tu puoi trarli d' impaccio in mon che noi dici: fa duique subito coni' io ti suggerisco  e sta pur tranquillo.
     É così eh' io volo al segretario; mi presento poscia alla Commissione (che ghigna  sia detto tra noi  ha quella nostra gente  che è assai poco nostra, e tutta  corpo ed anima
     del governo!!) espongo il mio reclamo; e» assodato per bene che non e' era niente, proprio niente, da imporre stili? povere mie spalle, mi si lascia andare pe' fatti miei.
    Ma non finisce qui la storia, sur Direttore;
     essa continua continua caute sopra e ogai giorno più si fa seria  e seria davvero, infatti, assai volle appresso, ora so!io >1
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    ____ ... wvi v» upiuiune
    pubblica in Europa, accenniamo ad un tele-r fiamma dell' lisvas su armamenti che si pretendeva venissero fatti in Austria; il qual telegramma non tardò a metter panico in alcune Forse e a richiamarvi 1' attenzione dei Gabinetti, dì talché fu mestieri smentirlo.
    In Francia siamo stati ad un pelo per a-vere una crisi ministeriale. Leon Say, ministro di finanza, presentò le sue dimissioni, dopo aver veduto combattuta dal ministro dell' interne la lista dei candidati republicani al Senato, nella quale (cosa appena credibile) era compreso il suo nome. Ma, dopo un consiglio rfi ministri, le divergenze per ora sono state appianate, la crisi però fu soltanto differita. Infatti, come potrà restare Léon Say in un gabinetto che, alla vigilia delle elezioni generali, proibisce agi' istitutori primarii di prendervi parte? Non è cotesla una delle più gravi violazioni del diritto pubblico? E vogliono fondare la repubblica!....
    Lamenti di un Melibeo
    Riceviamo e pubblichiamo:
    Forca di Valle 10 gennaio 1876 Al sor Direttore del Corriere Abruzzese
    Teramo
    Scusi F impertinenza e non s' abbia a male che io, tanghero di montagna, mi rivolga a Lei per chiederle un favole.
    É vero, di grazia, che oggi chi riceve dei torti, venissero pure dal Padr.... (Lei già mi capisce), è padrone padronissimo di richia-narune mediante la pubblica stampa?  Em-U  S'egli è così, vo' farmi sentire anch'io un poco e sfogarmi con Lei e dir la mia come hito e non esser di quo' grulli che, per
    vuole, or appoggiato sulla veiga badando lo pecore, ed ora imboccando la cornamusa per vincer la noia della .solitudine.  La notte è per me destinata a fare il dormiveglia nel-f agghiacilo.  Così tutta la settimana.  La sera del sabato poi, munta il bestiameie dato in fretta e in furia un cèrto ; saettò' alla mandria, mi metto la via tra gambe e gùtulio d1 un fiato a riabbracciare i miei.  Or crede ella, sor Diteti»: e mio, che; non facendo io male a un cane, ritrovi oggidì in casa la serena gioia di un tempo?  Aibò !  La è affatto smarrita; e da parecchio in qua non me ne va più una buona!  Stiami a sentire.
    - Do, aprendo l'uscio, uno sguardo all' intorno, e non vedo più ne' miei figliuoli que' vispi fanciullini e que-' visetti leggiadri e festevoli di una volta:  volgo un' occhiata a mia moglie, e, poverina ! (la èra fresca e bella quanto una rosa) è oggi tutta pallidezza e afflizione, come se pròprio le fosse caduto il tetto sopra.
     Che è  cho non è!  dimando io; ed ella:
    una carta..... Vergine santa !!  Che sarà mai?
    Per te specialmente che sei la bontà in natura e che non hai tòrto un capello a chicchessia ? Io non so proprio indovinarla - vedova me !f!  Ah, per questo poi non bisogna cara mia, pigliarsela tanto! sia pur quello che vuole:... io non l'ho avuta con nessuno.... io non conosco la Corte... io nulla debbo neanche a mio padre, buon' anima: che ci può esser dunque di male? Sta pur tranquilla, che domani si vedrà il da fare.
    Con tai discorsi e con tali rompicapi si va a letto;  e lascio imaginare a lei come si riman tristo e senza sonno e... non so se mi spiego.
    La dimane, appena g'orno, corro dal mio parrocchiano per farmi chiarire il mistero della carta; ed egli: Una bagatella  mi risponde ; si tratta di poche lire d'imposta sul capitale, che tu hai, delle due mucche.  Ma che mucche d' Egitto nii contano mai ?  riprendo io;
    assodato per bene che non c' era niente, proprio niente, da imporre sulle povsre mie spallo, mi si lascia andare pe' fatti miei.
    Ma non finisce qui la storia, sor Direttore;  essa continua continua come sopra e ogni giorno più si fa seria  e seria davvero, infatti, assai/volte appresso, ora sotto il titolo specioso di un capi tal uccio intestato a un mio omonimo e che punto non m' apparteneva, ora col pretesto di un mestiere che io non ho saputo mai dove stesse di casa, ed ora con la pompeiana scoperta d1 un picciol credito che il bisnonno d*l nonno di mia nonna (requiescat) dicesi aver avuto, oltre due secoli fa, contro il bisarcavolo delio zio del
    quondam..... valtclapesca, il" brutto giuoco si
    [ è rinnovato magari un dirci o vesti voile; ed io lì sempre col para-calli della carta bollala in mano per gì reni irmi dalle moleste pressioni d' una nuova tassa.  Or mi dica un po: per chi tutlo questo?  Per la bella faccia di
    un Agente cho
    il brav' uomo!  sognava la
    notte  ed eccoti che il giorno appresso me l'appioppava !  E egli beu fatto cotesto ?  Dica.  Ma veniamo più al sodo e discorriamola tra noi.
    Io povero messère, non tenuto aflattovper sentenza della Commissione, pagar la tassa, l1 ho già pagata, perchè (senza mettere a calcolo la sospensione del lavoro, i diversi viaggi, i molli fastidi, le grandi agitazioni, i turbamenti e gli sfoghi di bile-di quella nera, veli!, e le centinaia e migliaia di moccoli ch'erano meramente d' una forma ed estensione universale, come il diluvio) ho dato in tanta carta da bollo quel che a torto mi s'imponeva iu tanti valori di banca.  Ebbene: chi è mai che mi comanda ciò ?  La legge forse?  Tutto il rispetto e tutto l'omaggio alla legge, se è riessa che mi obbliga; ma questo noa pare; perchè la legge non ha il vezzo di essere contradiloria; sì che, mentr ella assolve, non può ne! medesimo tempo» per ia medesima