CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    questione. Noi lottiamo per un principio elevato di ordine morale e politico, con-tra tutto un sistema di bassi intrighi e di codarde transazioni, sciaguratamente invalso in questa prefettura, di cui sempre i migliori sono vittime; e qualunque siano le nostre personali relazioni col cav. Mac-caferri, di cui riconosciamo la probità privata, ciò non ci tocca. Lasciamo pur lì le benedette elezioni politiche : esse oramai non sono che una memoria; e la pubblica opinione ha reso troppa giustizia ai nostri am ci per doversi dolere di vantaggio dei torti patiti. Noi ci dolghiamo di fatti, vivi, continui, palpitanti, che ogni giorno ci cadono sotto gli occhi, e c? i-nondano il cuore d' infinita tristezza!
    L' opposizione personale non è affar nostro. Noi dispregiamo non meno i favoriti dei palagi, che i tribuni delle piazze più o meno mascherati. Di questa arte, come di ogni altra consimile, lasciamo il triste vanto agli scrittori della Gazzetta, che ne sono maestri. Sono essi che per 7 anni continui hanno,l'atto,guerra al municipio non per altro motivo, che per o-dio ed invidia verso il giovane sindaco. Possibile che una Ammiuistrazione operosissima, che ha mutato V aspetto economico e moraJe del comune, in sì lungo periodo di tempo non avesse operata alcuna cosa lodevole, e che per contrario dal 7 gennaio 1875 gli stessi uomini, rimanendo al governo del comune e se-, guendo le stesse norme direttive, non a-vessero più dato luogo a qualsiasi osservazione ? Sembra regolare p. e. alla Gazzetta r essere entrati nel 1876 senza bilancio e senza 1' autorizzazione dell' esercizio provvisorio sulle basi del bilancio passato ? E pure la Gazzetta non ha trovata una parola per ciò, nò ce ne
    si è attore e spettatore de' fatti che vi si svolgono, e dove quindi , interesse di famiglia o di partito smussa la penna e lascia affogar le idee nel calamaio. Altre volte invece l'interesse opposto eccita la bile, e questa avvelena l'inchiostro e rende acre la scrii tura od itterica la narrazione. Conservare quella freddezza d' animo e queir imparzialità di giudizio che a scrittore si addice, è opera ardua e difficile, se non impossibile a raggiungersi. Queste difficoltà si affacciavano all' a-nimo mio quando ricevetti l'invilo di mandarvi notizie di questi luoghi, e dei fatti buoni o rei che si vanno in essi attuando; ma sentii in me stesso ingigantirsi la forza del buon volere, e dichiararmisi pronta a soffogare ogni risentimento privato, che volesse spuntare fra le bozze del mio "cervelluzzo; ed allora mi decisi ad affrontare gli ostacoli, ed a pubblicare la verità a canto fermo. A questa dichiarazione aggiungo l'altra (e valga una volta per tutte) che io guarderò le azioni e non le persone; i fatti di pubblico interesse ejion della vita privata, innanzi a cui mi levo il cappello per rispetto d1 altri e di me stesso.
    Premesse queste poche parole, come di esordio ad una prima corrispondenza, comincio a narrarvi, sulla fede di pregevoli persone, un fatto di ributtante prepotenza clericale, e di oltraggio all' umanità ed alla legge, commesso a dì quattro del passato Dicembre nella borgata di Vestca, villaggio del Comune di Civitella Casanova. ;
    Da circa tre mesi Iacea ritorno iti quella viila Angolo < Iran che Ili, affranto dagli anni é da penosa malattia. Esule dalla patria fin dal IMO, menò in Ho ma vita laboriosa eli onesta, che gli procacciò discreta fortuna. Per amore del proprio paese cadde in odio della polizia papale, che ne fece il bersaglio delle sue perfide persecuzioui, lino a strapparlo dall' unico suo figlio e cacciarlo da Roma nell'anno 1866.
    Ramingo, senza mezzi e senza tetto, provò per quattro anni f amaro pane dell' esilio, finché la breccia di Porta Pia eli rianrì ìi
    luce; imperocché l1 alba de* 4 éktmhrttte lo trovò cadavere. ^
    Radunatisi alcun f parenti, .adagiar?** . e morto sulla bara, allo Scoverto, e tenu cuna pompa funerale lo acccoiupagnarono^. chiesa, dove 1' abate proibì I' ingresso, e rn al defunto qualsiasi funzione religiosa. ^ Bil vuto tal divieto, la comitiva si volse isfe? e si diresse al cimitero per gittare il vere nella fossa comune; ma «nche q«?, porta era chiusa, e non volle aprirsi, ptm V abate avea sentenziato: che agli eretici e p*. testanti non si dava sepoltura! Sentendo e^m. que' dabbenuomini si sbigottirono, e credei* di di portar sulle spalle la spoglia di quale*^ diavolo, la gittarono sul lastrico della via, <.. ludibrio della pioggia, che cadeva giù a dM 1 ed alla discrezione de' cani e dei corvi !bcal pietà di alcuni concittadini volea covrir luna; poca forra quegli avanzi spregiati di un liberi! infelice, ma neppur questo si permise in te ^ j adatto, e con Radiale consenso fu perm:^ appena di sotterrarlo solfo le grondaie riè(ltc ciiiesa rurale di S. Rocco.
    Ecco il racconto in tutta la sua verìlà.di s ed i comenti vorrei lasciarli al lettore.Mas«r to 1' obbligo di deporre un fiore sulla . inonorata di un vecchio patriota, a cui 5 bastò la illibatezza de' costumi e l'animo i)^ * e no « generoso per aver pace vivo ne mohair Inorridisco a sentire oltraggialo il cadavef Vin di un nomo, che non ha avuto altro ess< non quello di amare il proprio paese, ed o^ jj,; re i suoi vecchi carnetici 1 Che per la
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    manendo a! governo del comune e seguendo le stesse norme direttive, non a-vessero più dato luogo a qualsiasi osservazione ? Sembra regolare p. e. alla Gazzetta , essere entrati nel 1876 senza bilancio e senza 1 autorizzazione dell' esercizio provvisorio sulle basi del bilancio passito I E pure la Gazzetta non ha trovata una parola per ciò, nè ce ne duole, lo creda; perchè noi siamo i primi a giustificare la presente anormalità delle cose del comune; ma che non a-vrebbe detto se un fatto consimile si fosse verificato sotto V amministrazione Costantini. essa, che pure, dopo avere approvato per mezzo de' suoi scrittori i provvedimenti deliberati in Consiglio, ne gittava così spesso l'impopolarità sul viso del sindaco ?!... Questo è il tipo dell1 opposizione personale bassa, ingenerosa, sleale, e se la Gazzetta non lo sa lo impari questa volta da noiv
    NOSTRA CORRISPONDENZA
    Penne 9 gennaio 1876
    Non è agevol cosa scrivere delle corrispondenze dalle piccole cillà, dove facilmente
    APPENDICE
    h rassegna musicale
    La sera del 16 fù data la prima recita del Ruy-Blas con buon successo, tanto clic il pubblico entusiasmalo fu largo agli attori di prolungati applausi, e di ripetute chiamate al proscenio.
    V esecuzione dell' opera, se non perfetta , fu accettabile nel complesso, e quale poteva sperarsi dal debutto di uno spartito difficilissimo, mandalo su in tutta fretta e furia. È però desiderabile che non si facciano ai pezzi cominue punture, djndu 1 OairjciMiio a im i i sì beni .a di ili1 i duo pto-
    /eMori sopravvenuti, e la soddisfacente messa in iscena dello
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    da penosa malattia. Esule dalla patria fin dal 1830, menò in Roma vita laboriosa ,, onesta, che gli procacciò discreta fortuna. Per amore j del proprio paese cadde in odio della polizia papale, eh» ne fece il bersaglio delle sue perfide persecuzioni, lino a strapparlo dall' unico , suo figlio e cacciarlo da Roma nell1 anno 1866.
    Ramingo, senza mezzi e senza tetto, provò per quattro anni V amaro pane dell' esilio, finché la breccia di Porta Pia gli riaprì il varco alla sua sospirata famigliola. Ma le sofferenze d' ogni sorta, e più i patemi dello spirilo avevano indebolita quella natura fiera I e gagliarda dell' Abruzzese, e cagionatogli un fera! morbo nel cuore. lmed'ci romani (forse per uscir di fastidio) gli consigliarono di respirar 1 aria nativa, dalla quale egli sognava ed aspeltava salute. Invece la malattia agi gravossi in un clima freddo e montanino; onde il povero infermo, sentendo approssimarsi la fine, bramò rivedere tutto il parentado, per rivolgergli parole di amore e di commiato; e siccome qualcuno de' parenti volle insinuargli di chiamare un prete per le pratiche religiose, egli sdegnosi a queir annunzio, e, riunendo a stento le poche forze, sciamò fortemente: Son tranquillo con la propria coscienza e non so cosa farmi co' preti; essi mi rovinarono, io li abbono.  Con queste parole chiuse la bocca degt' indiscreti, e gli occhi alla
    spettacolo fecero meritare all' impresario sig, Sternini un bravo di cuore, ed una chiamata al proscenio.
    La compagnia di canto nel Ruy-Blas, olire agli attori che eseguirono il Rivoletto, ne conia altri due, che sono la prima donna, soprano assoluto, signora Marielta De-Lcst, ed il primo tenore assoluto signor Berardo Sardella.
    La signora Mariella Pe-Lesl, che debilita nel nostro teatro con la parte di Donna Maria de Neubourg, la è una fresca ed avvenente regina di Spagna, fornita di pastosa e simpatica voce. Ella ha buona scuola, e s' interessa molto nel-, azione : ma se, lasciando il panico del primo debutto, la si slancerà sempre più on i mezzi che possiede, raddoppiala la messe degli attestati di simpatia, che ba già destata nel pubblico.
    Del sig. Berardo Sardella dirò poco. Egli è nostro concittadino, e tut/i ne conoscono i pregi artistici. Se si comporrà meglio sulla scena, farà buona carriera.
    L'altra prima donna soprano assoluto sig. ,Egidia Ciccalia, j
    j trasformata in Casilda, mi fa dimenticare la figlia di Riga- j 1 . I
    XI VS 11 lUgnu UlOVU.v. v vv -----Bt
    di chiudere la porta della chiesa ad un cada, vere, pel quale i parenti invocavano le iTfnl rispoi zioni religioseI anzi fo plauso alla sua Badiale senal decisione, che evitò al defunto di mentire dj cataletto e di rinnegare la sua vita di mar, ti rio. Ma non è cattolico, non e cristiano, non è umano imprecare contro un cadavere, pò farne soglio della pubblica esecrazione e ,, vi leggio; oppure per esporlo ad essere dilanialo rane, da' cani, e vii pastura di nibbi e d'avoltoif di Don H Autorità municipale mi desta poi cotnpam dei CUi sione e disprezzo. 0 non conosce i suoi diritii lri I o li misconosce per deferenza. Le leggi tare C1 sanità publica e sulla public» sicureiza se jj rianimt vesserò vigore in Civitella Casanova, non ,j iÉ tl'>m teano commettere queste enormezze e brutture medio-evali. Ma ecco le leggi ed i regolamenti cosa diventano o rimangono nelle mani di chi '
    ,, ° , 1 rotte
    per prepotenza o mellonaggine non vuole o sereur
    non sa eseguirle. L' 'ra delle intolleranze re- H ligiose è finita: ma non è cessata quella del
    bigottismo e del pecorume che lo sorregge, alia -1
    Si chiudon gli occhi per non vedere le pre è dov
    potenze e le estorsioni del clero, perchè que- rito J
    sto dimani schiuderà le orecchie degli elettori d'inJ
    o si sdebiterà del godulo beneplacito, mercan- ^à p
    teggiando le coscienze altrui. de
    Provvegga chi ha obbligo e diritto di ri- slica
    parare , onta commessa alla spoglia d' un vec- p0VQr;[
    chio patriota I io in nome dell' umanità e della neSan
    .-." ¦'¦' .¦.' . .1,.-- -".¦¦¦ ¦ ¦'. _ . . - < ba ed
    i ~ r  i ohi
    letto, lauto le si attaglia la parte che, accettata per genti'
    le/za, disìnipegna con maestria di canto e cgn azione *«- j-jl
    nica veramente squisita. n0(e j
    Il primo baritono assoluto sig. Giuseppe Ponzetti è sempr» clie;,-J
    un esimio artista , sia nella corte del Duca di Manto*», che fa , rote
    quella della regina di Spagna. Questi e la Casilda ebbunt jj
    1' onore del bis nel duello del 4. atto. ia qj
    Sparafueile si lascia invidiare da Don Guritano , benei< tei VJ
    questi si sostenga bene in gambe. hi il
    La sig. Stefania della Rocca, quantunque lasci a desi- J
    dorare le, rotonde forme di Maddalena; pure disimpog.ua l* I
    parte borbottona di duchessa con soddisfazione di, luti» J
    Direi anche qualche cosa sul Ruy-Blas come comp#>' J
    zione musicale, se non temessi di azzardare di troppo giudizio, che forse domani dovrei rettificare. .Vi ri»«riW quindi di parlarne col Corriere di sab*!«. ravo
    Lunedì 17 gennaie.
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