CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    titanica tra la Germania e la Francia, non ci è potenza, che non abbia bisogno di prepararsi.
    I tre grandi potentati del nord, dice il telegrafo, sono d'accordo pel mantenimento della pace, ed hanno già tracciata una linea di condotta comune nel caso che la Turchia perseveri (il che è poco probabile) nell1 inconsulto rifiuto opposto alla loro azione mediatrice. E 1' Italia non prese posto in questi convegni, e sì contentò dell' onore di una semplice comunicazione per debito di convenienza diplomatica? Dunque la diplomazia dell' Italia, restituita al grado di nazione, non ha parola più generosa e più autorevole, che non avesse a-vulo il piccolo Piemonte ? 1 due rami del parlamento non avrebbero certo mancato di far, sentire in proposito la voce della nazione, se non altro per la tutela della propria dignità; ed è probabilmente ciò che con sua grave responsabilità il Ministero ha inteso di prevenire. Vedremo intanlo, perdurando il rifiuto della sublime Porta, avverarsi quanto io vi diceva nella prima mia lettera: le piovincic insorte dell'Erzegovina e della Bosnia verranno occupate; o quello che verrà d'i poi Dio solo lo sai....
    Quando stamperete questa lettera arroto già appreso dai giornali della capitale, che la nuova convenzione pel riscatto delle ferrovie meridionali è conchiusa. La Società si scioglie cedendo allo Stato le sue linee col meteriale mobile; e lo Stato per converso assume il servizio de gì' imprestiti da essa fatti, accorda lire 25 di rendita por ciascuna azione (si sa che le azioni delle Meridionali sono 200,000 e rappresentano il capitale di ,100 milioni) e si addossa da ultimo il debito,oscillante della Società, che si dice non oltrepassare i 58 milioni coperli sia da attività sia da crediti reclamati verso il governo. La convenzione, salva
    giuocare nell' ombra, e presentare i fatti compiuti all' approvazione del Parlamento per ottenerne un voto a corso forzoso: il che certo non giova all' autorità del governo: e molti, forse a torto ma con profonda convinzione, vanno ripetendo il mesto grido di Amleto!..... Tornerò a scrivervi di questo grave argomento.
    Nel Ministero di agricoltura continuano a dibattersi col rappresentante dell' impero Àustro-ungarico per fermare le basi di un nuovo trattato di commercio; mentre a palazzo Bra-schi si attende alla nomina di qualche nuovo prefetto, e fra i più o meno probabili si buccina il nome di tale, stato già consiglere delegato costì, la cui nomina, m'imagino, tornerebbe assai gradita a codesta provincia.
    L' opera Dolores che doveva andare in I-scena all' Apollo fin dal 21 volgente, e nella 'quale canterà il vostro Quintilii Leoni, venne rimandata per nuove raucedini. Si vede che i tempi non volgono propizi agli Apolli,
    (Altri nostri" carteggi) Ascoli Piceno 22 gennaio 1875.
    Ilo il piacere d' annunciare che il pubblico ha dovuto cessare dal credere che la Società Filarmonica e quella del Casino si fossero dimenticate di lui. Imperocché oggi le vede cominciar prove, diramare inviti, darsi moto insomma per diradare quell' atmosfera d' inerzia che parea le opprimesse. La direzione della Filarmonica è già tutta in faccende a collocare gii apparecchi a gas per illuminare il nuovo locale, che veramente potrà dirsi splendido, quando in gran copia la luce inondi quelle ampie sale e le lodate decorazioni che le adornano. Fra poco ne avremo sperienza certa, chè il Presidente fa sapere, che presto si darà la prima Accademia; che una seconda la seguirà a br^va HictanTn* n * 1
    rio, l'orario e tante altre mondaae 11 sig. Presidente indovini ed esaiidi^V' e recondito desiderio delle signore e # doppia mercede. La prima di vedere & serate danzanti miglior brio, maggior^ e più concorso; la seconda di ggaè» l'indomani un inchino espressivo o ai £ sorriso, quand'egli, verso il tocco, al alla Farmacia Pascali per riverire le frequentataci della messa di s. Venas», sa bene, il sig. Presidente, t he le signor», cialmente se non belle, credono che ii* Chiesa ed in quell' ora, più efficaci si», la preghiera del cuore, che le fanciulle.? cialmente se cOn esse, sentono che colàk più ferverosi sussultano i palpiti deIFt innamorata di Dio. Billetta dunque eh?,j membra maritali o paterne si raccokei sabato a sera tra le molli piume all' oni sueta e colla consueta soavità; do?n» domenica quelle buone e devote ci® prima di terza, peregrinare e disperdersi* raccoglimento e senza fervore, nelle hi ft squallide chiese della città; perchè $ liia, la prosaica, 1' inevitabile colazioni 10 1,2 a. m. le richiama inesorabilmeatea*
    Anche la Società che s' intitola tisi j novale par che si desti e che fra p*» metta fuori il suo programma. Solo i f restano sottochiave e d* ogni luci m sperava cha quei dormiglioni scuotesse ? levasse il nuovo Sindaco che, quando sa risvegliare anche gli orsi e i ghiri. quest'ultima speranza è spenta, s'egl'' che non abbia voluto nemmeno esami1* nuovo progetto che gli giunse toste ? ¦ credeva da molti accettabile. Ho dotto y Sindaco; ma veramente dovea direi'-nuovamente confermato per altri tre ** quale vi parlerò in altra mia.
    Genova il f*1*
    Ilo tardato alquanto a scrivervi ravo di potervi dire qualche cosa
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    meridionali è conchiusa. Là Società si scioglie cedendo allo Stato le sue linee col meleriale mobile; o lo Stato per converso assume il servizio degl' imprestiti da essa fatti, accorda lire 25 di rendita per ciascuna azione (si sa che le azioni delle Meridionali sono 200,000 e rappresentano il capitale di j'100 milioni) e si addossa da ultimo il debito,oscillante della Società, che si dice non oltrepassare i 58 milioni coperli »>a da attività sia da credili reclamati verso il governo. La convenzione, salva r approvazione del Parlamento, è già entrata in vigore dal 1. volgente, e le linee si esercitano per conto dello Stato, come avviene dello romane. Non voglio esaminare (nè il potrei) il valore intrinseco di questo contratto, ma non posso dissimulare cho qui ha prodotta vivissima impressione, massime per la clausola della preventiva esecuzione; e molli si domandano se esistono tuttavia in Italia delle forme rappresentative. Lo stesso partito ministeriale n' $ scosso. Potete averne un indizio dall' aria dimessa e quasi raumiliata, con cui V Opinioite del 21 1' annuncia. È vero che F approvazione del Parlamento viene riserbata, ma lutti comprendono quanlo il fatto compiuto ferisca la libertà del voto. È una coazione morale grandissima, nè si può indovinare perchè mai il Ministero abbia assunta dinanzi al Parlamento un'attitudine apertamente violatrice dello spirilo costituzionale, massime in quistione si-migliante, nella quale si gioca non di milioni ina di miliardi. L'ipotesi della guerra fatta da alcuni, e a cui sembrano accennare certe misteriose parole dell Opinione, non è attendibile. Perchè si sarebbe temuto tanto della Società delle meridionali, che era infine composta di elementi italiani, e si lascerebbe 1' Alta Italia fino al 1." luglio nel te mani dei francesi? Le Meridionali erano in male acque, dicono altri, e il governo ha stretto i denti e si è caccialo dentro a dirittura per evitare mali maggiori. Ma (Dio buono!) perchè allora non convocare le Camere? Perchè anzi attendere proprio il momento della proroga per annunciare al paese amiri di tanto rilievo? Si direbbe che si vuole
    {ossero annerine»»*; al mi. nn,iciutoiiu uggì le vede cominciar prove, diramare inviti, darsi moto insomma per diradare queir atmosfera d' inerzia che parea le opprimesse. La direzione della Filarmonica è già tutta in faccende a collocare gii apparecchi a gas per illuminare il nuovo locale, che veramente potrà dirsi splendido, quando in gran copia la luco inondi quelle ampie sale e le lodate decorazioni che le adornano. Fra poco ne avremo sperienza certa, chè il Presidente fa sapere, che preste i "si darà la prima Accademia; che una seconda la seguirà a breve distanza; e che forse la terza si trasformerà o si chiuderà in un gran ballo; ove vedremo raccolti quanti blasoni a-nimati e quante vive ricchezze stringono nelle loro braccia tortuose il Tronto e il Castellano.
    La direzione del Cas no ha già diramato ai Soci l'invito circolare pei trattenimenti o serata danzanti che si daranno tutte le domeniche, a cominciar dalla prima che verrà. Ed oltre a ciò il Sig. Presidente va sussurrando e confidando, dopo avuta promessa di segretezza, che si preparano dei gran balli in maschera, con gran corredo di cene e con gran piramidi di bottiglie. Ed egli riuscirà . certo a buon termine, chè ben son note l'intelligente attività, la cavalleresca accortezza, 1' eloquente e garbata paróla che meritamente lo rendono stimato, e particolarmente lo segnano alla simpatia di tutti. I trattenimenti settimanali però riuscirebbero molto più animati e molto più gradili, se si dessero il sabato invece della domenica. Quante signore, quante care fanciulle glie ne saprebber gradol Avrebber onde rispondere con trionfo ai benamati mariti ed ai carissimi papà, allorquando con galanteria e con melala dolcezza si ri fìnta n1, essi di condurle al Gasino; perchè, dicono, si fa troppo tardi, domani vi sono gli affari, il negozio, 1'uffizio.... si andrà un'al-volta. Nè si opponga che anche la domenica è giorno di gran momento, specialmente per le signore; imperocché il buon Dio è misericordioso e accetta le offerte dei fedeli anche dopo il mezzodì. Lo belle signore sanno benissimo che il regno del buon Dio non è di questo mondo e non è circoscritto nei ristretti confini di spazio e di tempo: dovunque, a qualunque ora e in tulli gli atti il buon Dio sorride al/ devoto femineo sesso. Siamo noi i miserabili, noi sottoposti ai così detti potenti della terra, che hanno inventato il dia
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    che non abbia voluto nemmeno esaminare m, 1 nuovo progetto che gli giunse tosto e che ai I credeva da molti accettabile. Ho dotto il nuovo I Sindaco; ma veramenle dovea dire il Sindaco ! nuovamente confermato per altri tre anni, del quale vi parlerò in altra mia.
    Genova 21 gennaio
    Ho tardato alquanto a scrivervi perchè spe- § ravo di potervi dire qualche cosa di decisivo I sulla eterna quistione del nostro porto, qao- , stione che io credo sia italiana e non ligure I solamente: ma si va per le lunghe, progetti, I contro progetti, modificazioni, commissioni, sot- , to commissioni, e intanto il. tempo passa e I non si conclude nulla. A dirvela schietta temo I che cotesto affare si tratti un pò troppo dal I lato locale, non dal nazionale. Fa stupore ve- I dere quale spavento ha invaso le menti di quo- I sta brava gente all' udire la proposta di am- I pliare il porto, riducendo la spiaggia di San I Pierdarena ad un buono e comodo bacino, che I poi in fin dei conti sarebbe un accessorio di I questo medesimo porto. E questi buoni citta- I dini che fanno tanto rumore, non si hanno mai I fatta la domanda seguente: attualmente cos'è I la città di San Pierdarena? Non è un acces- I sorio di Genova ? Quei fabbricati non sono I altrettanti magazzeni di Genova? Si vuole ro- I vinare questa città, si grida, e intanto si prò- I pone un molo, un bacino alle foci del torrente I Bisagno, che bisognerebbe deviare con non I poca spesa, e sarebbe un fare nuove fabbri- I che che in parie esistono a San Pierdare- I na, e la distanza è uguale; con la differenza I però che i» quest' ultima* località avvi molta I più area disponibile per le ulteriori amplia- I zioni. Ma lo spirito di parte acceca le menti. I Rammento quando l'immortale Cavour prò- I pose di trasferire a Spezia 1' arsenale marit- I timo militare. Si urlò ai quattro venti rhe il ministro minava alla prosperità di Genova
    per invidia di paese, che era..... Ebbene i
    fatti diedero ragione a quel grande statista; Genova ha quadruplicato il suo commercio. Ora sono i soliti affaristi che urlano, i quali I v'odono compromessi i loro interessi prvati. E lo ripeto, intanto il tempo stringe, si parla I mollo e nulla si con elude. Qui manca lo I spazio, se non vi è, si provveda altrimenti; I ma si finisca una volta questa eterna qui-stione.