CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    Ìp, o II.
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    Un numero separato cc-t. IO
    Esce il Mereoledì e il ©aitato IN TERAMO
    mu.xbuii¦ ^^«ajrK^MJfc^.^ a "lumin : u -mar.mrujs*..:
    La politica delia settimana
    La noia di Andrassv ebbe l1 approvazione dell1 Inghilterra. (Juesla notizia fu accolla con manifesto piacere dalla stampa europea, però al di là della .Manica si ritiene per fermo che poche difficoltà si son per ora eliminate, facendo accettare all'Europa le idee di Andrassv. Prescindendo dagli effetti che il primo ministro austro-ungherese potrà ricavare dalla sua nota chp ha tenuto in questi giorni occupata l1 opinione pubblica, egli è certo che in questa circostanza. fife diplomazia austro-ungherese ha mostrato di avere degli abili agenti.
    In Spaglia le elezioni politiche sono r-u-scite favorevoli agli uomini che- seppero fare il colpo di mano a favore di Alfonso \If. So-È iftfi deputati, riuscirono. 30 proseliti; del
    Da ogni parte dèlia provincia ci giungono^ lamenti pei nuovi aumenti d' imposta. Si vede che il Ministero intende con ogni cura ad ottenere il pareggio, e quasi " si direbbe che i fieri spiriti di Sella a-vessero conquiso , animo del Minghctti e ne reggessero le voglie. Efori possiamo por verità biasimarlo di ciò. Non siamo di rumili noi, che oer vaghezza di una i'a-
    La Dirtzì'MÌt ed Ammhiitiaitane sona fi o» ninni itmenh putti In Tipoiirafi del filmali
    feritene it 4* j a già a cent. 19 per linea Inngkem li eeluaaa - la 3* jpagiaa cent. 15 - Per più in-erzioni si fa uno «conte - Le lei ter e a francate e vaglia postali debbono essera diretti all' affici» del Corriere Abruzzese in Teramo.
    Non ii restituiscono i inanostriui.
    di ritornare alle finanze, al Jtiìighetli di andare II! esteri, al Horgatti di prendere il ministero di grazia f giustizia, e trorare al Cantelli un successore «,' he1 potrèhh' essere lo slesso Spaventa? A tal proposito i Ir Mori veggano quanto ci si :ùT.ve da Roma in recen-^ (issima dal'av
    il male non si ferma li, masi estende altresì aliai ricchezza mobilie, Citiamo qualche esempio.
    Nel molino delle Noci in Floriano, quando fu applicato il contatore la quota venne determinata a centesimi 3 - In se-
    guito fu elevata a 5, iad
    a 7, 50 ed oggi
    a 14. In quello denominato S. Omero primo, da centesimi 4 si salì a f>, indi ad 8 ed oggi similmente a l i. Nell'altro detto Casa di Breccia ih; Poggiomorello percorse i medesimi starli di elevazione da 3 a 5 a 7, ed oggi è pervenuta a 13, 75. Nel-P altro detto S. Silvestro è stata portata a 14, 50. Similmente in Teramo nel molino Campanella si vide elevata da centesimi 6 ad 11 ; e nel mulino Urbani in contrada Fonte del latte da ti- a 15. Nou minori numeriti si osservano nei nuovi
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    rrse na musini lo di avere dogli abili, agenti.
    In Spagna le elezioni politiche sono riuscite favorevoli agli «omini che- seppero faro il colpo di mano a favore di Alfonso \ff. Sopra 106 deputali;, riuscirono; 30 proseliti: del Sagasla, 10 clericali, 1 cantonalista e un repubblicano moderalo, Emilio Gastelar, per favore del candidalo sagastuano ritiratosi innanzi a lui. Canovas de Casti ila, il primo ministro del Governo di Don Alfonso, fu eletto a, grandissima maggioranza a Madrid. Queste sono le notizie ufficiali e c,he< formano la vernice del quadro. Ma che cosa v1 è sotto* quando raschiale questo? V' è un popolo diviso, superbo, ignavo; un governo venuto, su con un colpo di Stalo e che non ha saputo domare la insurr 'dono carlista; un re che non rappresenta vermi principio, veruna aspirazione. Si facciano pure in Spagna votazioni come qnesf ultima; si mandino alle Cortes dei ministeriali quand ineme. Rappresenteranno questi forse la Spagna? Ormai i popoli sono abituati a vedere delle grandi maggioranze, delle votazioni un animo, dei portentosi verdetti politici, i quali però, perchè non erano vera e- j spressione del paese, non allontanarono di un* ora la rovina del governo.
    In Italia continuano i commenti diversi sul grosso affare del riscatto ferroviario. Effetti di e«si sono i malumori che vengono fuori ora # pillano semi di discordia nel campo dei diarii ufficiosi. Noi, in provincia, diffìcilmente possiamo arrivare a comprendere il vero delle tane certe che si svolgono dietro le quinte pirlamentnri, nè possiamo giurare sui veri recedili fini dello zelo spiegato dall' Opinione dpardo all' affare Piombino. Fosse esalta la raccolta da un giornale di Milano, se-la qnale si provvederebbe ad un rim-f**''i mi ri interi ale e si lascerebbe adito al Sella
    ogni cura ad ottenere il pareggio, e quasi si direbbe ciie i fieri spiriti di Sella a-vessero conquiso ,1 animo del Mi righetti e ne reggessero le voglie. ìfoi% possiamo per verità biasimarlo di ciò. Non siamo di quelli noi, che per vaghezza di una facile popolarità gridano ogni'momento alla riforma o abolizione delle tasse, e infogni circostanza latrano rabbiosamente addosso ai loro esecutori ed ordinatori. Noi ammettiamo senza stenti che la completa, restaurazione della finanza è il precipuo bisogno della situazione, e non saremo-parchi di lode al Ministero, che primo a-vrà. conseguita la meta. . Ma- ciò non vuol dire che si dfcbba procedere ali1 impazzata dando colpi da orbo e calpestando la giustizia. Ogni vantaggio. materiale,, che si conseguisse a j questo prezzo, non sarebbe che da spre- , giare. Perocché i" popoli non vivono di solo pane, e la giustizia è il loro alimento più nutritivo, senza di che la stessa libertà si corrompe e diventa una lucida" maschera in mano eli pochi; Questa verità non- è mai abbastanza ricordata in j Italia, dinanzi alle tendenze sovvertitrici, di ogni ordine civile e al fiscalismo burocratico sempre più invadenti.. Nò mancano per vero uomini temperatissimi, che di tratto, in tratto, levino la voce; e- se non abbiamo dimenticato le fiere, proteste dell' on. Ronfadini negli ultimi sgoccioli del Ministero Lanza, ci è ancor fresca nella memoria' una bella lettera dell' on. Liov, che segnala le enormezze commesse nel Veneto dagli agenti del macinato nella nuova determinazione dfcllfequo-tc. Cose presso che simili possiamo dir (i. noi della nostra provincia, ove per altro !
    T altro detto S. Silvestro è stata portata a 14, 50. Similmente in Teramo nel molino Campanella si vide elevata da centesimi 6 ad II; e nel mulino Urbani in contrada Fonte dei latte da 6> a 12. Non minori aumenti si osservano nei nuovi accertamenti di ricchezza mobile. Al fornaciaio Emidio Falconi il reddito imponibile fu portato da> lire- 7.00* a lire 1500;: a Pasquale Setócbri salsamentario da lire 2000 a lire 3080: a Pasquale Medori bet-toliere da lire 600 a lire 2000. Ad un mugnaio in Forcella da lire i302, 51 a lire 1828, 51: ad un - beccaio» di Teramo, poverissimo, fissato ex integro un reddito imponibile di lire 1250,85 -e così db se-, guito.
    Ora domandiamo noi : come mai i coefficienti del prodotto nei mulini sopracen-nati e in mille altri che per brevità- si omettono, si sono da un anno air altro deviati in questa proporzione" ? Forseche i congegni meccanici da imperfettissimi, che erano, si sono in breve ora perfezionati a segno da duplicare la potenza ? O e duplicata la forza motnrce ? Non si sa fórse che posti i mugnai fra V incudine e ir martello, finiscono quasi sempre per vendicarsi a danifo dei poveri contribuenti; o rovinando le farine o derubandoli spietatamente, e spesso ricorrendo all'uno e all' altro espediente?
    Così parimenti, quanto ai valori mobiliari, in che è mai cresc 'ita da un anno in qua la- nostra ricchezza da doversi quasi raddoppiare i redditi ? Fioriscono per avventura le nostre industrie, o nuovi sbocchi si aprirono ai nostri mercati? Non è anzi vero che la stéssa apicultura, r unica industria che meriti questo nome