CORRIERE ABRUZZESE - Annata 1876
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    A.x:ino II.
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    Mercoledì 2 F,et>]3i'aio 1876
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    Esce il Mercoledì e il Sabato IlSt- TERAMO
    La Direzione ed Amministrazione sono provvisoriamente pi esso la Tipografia del giornale
    Inserzione in 4a pagina cent. 10 per linea lunghezza di colonna - In pagina cent. 15 - Per più inserzioni si fa uno sconto - Le lettere affrancate e vaglia pò-' stali debbono essere diretti all' affici® del Corriere Abruzzese in Teramo.
    Aon si restituiscano i manoscritti.
    È il tema di moda, di cui parlano tutti: ebbene, parliamone ancor noi.
    In nessun tempo han tanto campeggiato gli equivoci, quanto in questo. I giudizi che si poetano sugli uomini, come sulle cose, o sono spesso errati perchè pigliano natura c forma dalle strane visioni della fantasia, anziché dal sodo e ponderoso esame della ragione; o peggio ancora, si rivelano al postutto d' un' indole e di un colore maligno, perchè muovono addirittura da fini di mal celato interesse. Nell'un modo e nell'altro il danno che ne seguita è serio, in quanto eh a, tirati a cattivo senso i più onesti intendimenti e falsata di proposito la vera storia de' fatti, tutto è condannato a subire una profonda alterazione; la fede
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    di nomici e il pigliarne esagerata paura. 11 clero d1 Italia non è il clero di Germania- è un caduto che geme e nulla più* e il gemito, come tutti sanno, non è nè polvere nè dinamite.
    Anche meno da prezzare sono i seguaci dei governi caduti. Giunta pure per essi V ora dei tristi disinganni, si sono accorti che non valea la pena di cimentare sostanze e vita per Corti corrottissime e principi ignavi, che nell' ora del pericolo si sono dileguati, riparando in terra straniera, carichi di oro e di vergogna: senza dire che nello stato presente d'Europa, accolti dovunque i principi di una temperata libertà, mancherebbe loro la base per rimettere in piedi le vecchie tirannidi : nè i più accorti tra loro ignorano che con inconsulte agitazioni anziché ristorare il passato , si distruggerebbe la presente combage dello Stato ancora tenerissima, schiudendo 1 adito a ran te-
    nemica del governo? E' ella forse guidata da bieche mire? E' tenebrosa? E' a-narciiica? Nulla di tutto ciò. Ella invece non crede doversi addormento re (e lo potrebbe ?) su! sognato ottimismo della presente amministrazione: mal soffre il superlativo accentramento di qualsivoglia attribuzione: osteggia il fiscalismo buro-pratico ognora più invadente : lamenta la disastrosa modalità delle riscossioni d'imposte: mormora per l'oppressiva applicazione della tassa del macinato ; e grida infine contro- il continuo sovrapporsi dell'autorità al libero svolgimento ed esercizio dei diritti cittadini.
    Ora è inimicizia cotesta? E' ira di parte; o è invece senso' retto di quel che si può e che si deve attendere dalle mutate condizioni del paese ? Non vai pertanto additare costoro come 1' orco o la versiera» Cotali arti rettoriche son paurose ai fantini 1 i^^lj^iù-a^r'jngenjiK_ma per
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    che ne seguita è serio, in quanto cha, tirati a cattivo senso i più onesti intendimenti e falsata di proposito la vera storia de' fatti, tutto è condannato a subire una profonda alterazione; la fede pubblica ne rimane scossa dalle fondamenta, e ogni elemento sociale si disordina, si confonde e si perde.
    Cotesto è il quadro scuro della presente situazione! Nella quale, a di vero, mal si regge dinanzi al pericolo j§ un naufragio chi per filo e per segno non diasi a seguire la corrente che domina. Dissentire per poco dalla opinione de1 governanti è tale oggi una colpa che non si perdona mai:o docile strumento della loro volontà o vittima espiatoria delta loro autorità : ecco il duro dilemma da cui non s'esce! Nè ci è senno che tenga, o reputazione che valga, o prova di patriottismo che basti per garentire da taccia di enorme delitto un pensare diverso. E*' inutile! Chi non brucia quotidianamente il suo granello d' incenso agi1 idoli miracolosi del potere è anatema, è traditore, è nemico dichiarato del governo : la sentenza è pronunziata e non ammette alcun appello !
    Ma - adagio un pò I siamo giusti, e vediamo quali sicno e dove sieno veramente questi voluti nemici: - è un'esame di coscienza che vogliam fare così, tra noi, e proprio in famiglia. Cominciamo.
    Dei preti, che che se ne dica, vi ha poco a temere. Non già che noi volessimo chiudere gli occhi sulle insidie, che i più audaci non cessano di ordire alla J berta; né blandirli e accarezzarli, come mollemente sogliono alcuni; nè metterli mpn delie leggi, come scelleratamente tentano a Uri : ma non possiamo disconoscere che stremati, come sono, inconsul-t tm'-fit*. dei mezzi più necessari alla vita, * rifalli a languire tra il vestibolo eTal-' 4 é per lo meno una amara ironia ,\,mr loro il nome e P importanza
    temperata libertà, mancherebbe loro la base per rimettere in piedi le vecchie tirannidi : nè i più accorti tra loro igno- ; rano che con inconsulte agitazioni anziché ristorare il passato , si distruggerebbe la presente combage dello Stato ancora tenerissima, schiudendo 1' adito a un tenebroso e forse sanguinoso avvenire : onde è ragionevole presumere che prima o^ poi, come attratti da luce benefica, si lascino rapire dall' orbita della libertà e ne secondino il moto.
    Infine affatto ridicoli sono i sospetti dello spettro rosso. L'Italia, questa magna parens frugum, è nazione essenzialmente conservatrice, dove la proprietà è divi- -sa, e mancano quei grandi ammassi di operai, che contaminati da pericolose dottrine possano scuotere per un momento r ordine sociale, e brillare sul capo degli onesti come sanguinosa meteora.
    Che rimane adunque? Ci siamo! Non è difficile indovinarlo. Rimane una certa gente colta, gentile e generosa, che non può piegar l'animo-a riconoscere che tutto va oggi per lo migliore nell'ottimo dei mondi possibili. Or bene; fermiamoci un tantino a considerare che cosa voglia co-testa gente e, s'egli è possibile, a ritrarne il carattere e la tendenza,
    In che essa dissente oggidì dagli uomini di Destra pura, che è quanto dire dal governo? In nessun principio fondamentale, ovvero organico, tranne l'indirizzo amministrativo. Sfidiamo chiunque a sostenere il contrario. Niuno, infatti, che si sappia, disconviene dall'idea e dalla forma monarchica, sola capace di mantenerci uniti, mentrechè ogni altra ci dividerebbe: niuno vien manco eli fede alla gloriosa Dinastia regnante, che è sicuro pegno della indipendenza e grandezza d' Italia, come ri' è stata precipuo segno di redenzione: niuno da ultimo rinnega il patto fondamentale o diserta il campo de'principi politici onde si è retti. In che dunque questa gente si chiarisce
    Ora è inimicizia cotesto? E' ira di parte; o è invece senso retto di quel che si può e che si deve attendere dalle mutate condizioni del paese? Non vai pertanto additare costoro come l' orco o la versiera. Cotali arti rettoriche son paurose ai fanciulli o al più agi' ingenui ; ma per gli uomini d' intelletto sano e di virili propositi non approderanno mai ; perchè costoro staran sempre lì fermi a gridare contro gli abusi,. U intolleranze, le illegalità e le enormezze d'ogni maniera, sia qualunque il biasimo o la mala voce che loro si dia.
    Persuadiamoci una volta che in Italia o almeno in queste provincie, non vi sono partiti sovversivi; che Destra e Sinistra son due forze vive da cui per diversa via e per diverso grado d'intensità trae movimento e vigore f organismo sociale; tra i due partiti non ci è punto inimicizia o guerra ignobile eli basse ambizioni o di personali interessi, ma sì nobile gara di generosi intendimenti pel bene della pair a comune. Se quindi piace continuar tuttavia il vecchio sistema, di cui si deplorano dalla generalità le funeste conseguenze, lo si continui pure; ma si cessi ormai dal tristo vezzo di calunniare la sincerità e la retti tu line di coloro, che avendo una tinta diversa dai governanti intorno a teoriche amministrative, han pure il coraggio di affermare a fronte alta e sicura i propri pensieri.
    Ma dunque, si obbietta, non ha nemici di sorta il governo? Oh, sì che ne ha e dì molti, e, quel che è peggio, nel proprio seno: ciò che proveremo con articoli successivi.
    NOSTRE CORRISPONDENZE
    Ascoli Piceno, 1 Febbraio 1876
    Vi promisi altra volta di parlarvi del sindaco novellamente confermato. Egli è il sig-